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Crisi energia, arrivano 2 milioni di euro per le imprese padovane

La misura è contenuta nel decreto varato dal governo. Sgravi per l’acquisto di carburante agricolo e contributi per la rinegoziazione dei mutui agrari. Cia Padova: «Un primo intervento in una situazione d’emergenza per tutto il comparto»

Crisi energetica, e non solo, arrivano 2 milioni di euro a favore dell’agricoltura padovana. La misura rientra nel Decreto energia, varato nei giorni scorsi dal Governo. «Si tratta di una piccola goccia in mezzo ad un mare di difficoltà – commenta il presidente di Cia Padova, Luca Trivellato – .Tuttavia, da qualcosa bisognava pur cominciare. Questi stanziamenti, che non sono sufficienti a coprire i maggiori costi cui devono rispondere gli agricoltori, rappresentano quanto meno una base di partenza».

Aumenti

Dalla fine dello scorso anno sono stati registrati aumenti del 120% sia del gas che della corrente (col prezzo del gas che una settimana fa ha toccato il picco di 228 euro a MWh), il carburante agricolo è passato da 0,70 euro al litro a 1,30 euro al litro, mentre l’urea, fertilizzante azotato, è schizzata da 33 euro al quintale a 100 euro al quintale (+203%). Nello specifico, l’esecutivo ha messo a disposizione oltre un milione di euro per un contributo - sotto forma di credito d'imposta - pari al 20% delle spese per l'acquisto di carburante agricolo nel primo trimestre del 2022. Altri 400mila euro sono stati attribuiti per la rinegoziazione e la ristrutturazione dei mutui agrari, operazioni garantite dall'Ismea (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare). 500mila euro, infine, andranno a rifinanziare il fondo per lo sviluppo e il sostegno delle imprese agricole, dopo i rincari delle materie prime dovuti alla crisi internazionale. I fertilizzanti naturali sono stati inoltre equiparati a quelli di origine chimica. «Non si tratta solo di una risposta all’attuale emergenza, ma rappresenta un indirizzo strategico per il futuro. Da sempre Cia è favorevole alla valorizzazione del biodigestato agricolo prodotto dagli impianti di biogas delle aziende zootecniche: una sostanza fertilizzante proveniente dagli scarti agroalimentari che, di fatto, è uno dei migliori esempi di economia green in agricoltura»

Semine

«Il prossimo passo è l’incremento delle semine – aggiunge Trivellato – È però necessario lo stop dall’Unione Europea al divieto di coltivazione dei terreni a riposo, stimati in 200mila ettari a livello nazionale. In questo modo potremmo aumentare, fra le altre colture, la produzione di mais e soia nelle aree maggiormente vocate, come la Bassa Padovana». Tale intervento deve essere accompagnato da adeguati sostegni economici al fine di assicurare un’equa rendita agli agricoltori; pure attraverso strumenti assicurativi in grado di remunerare con risorse pubbliche un’eventuale riduzione dei prezzi pagati agli agricoltori nei prossimi mesi rispetto ai valori attuali. «Se durante la semina di queste settimane i prezzi sono ai massimi, si rischia un forte ribasso a settembre, al momento della raccolta. Motivo per cui sono necessarie delle specifiche garanzie”, precisa Trivellato. “Occorre poi mobilitare maggiori fondi nel bilancio Ue per un Piano straordinario rurale, secondo la logica adottata per contrastare la pandemia e la rimodulazione degli obiettivi del Green Deal. Va inoltre fatta una riflessione nella definizione di una politica energetica comune da fonti rinnovabili, salvaguardando il suolo agricolo».

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