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Green Pass, le categorie economiche favorevoli ma con mille dubbi

Il conto alla rovescia ormai è cominciato, ma sul Green pass, che dal 15 ottobre diventerà obbligatorio per accedere ai luoghi di lavoro, i dubbi, soprattutto sulla questione dei controlli e dei test per chi non è vaccinato, non sono affatto fugati

Il conto alla rovescia ormai è cominciato, ma sul Green pass, che dal 15 ottobre diventerà obbligatorio per accedere ai luoghi di lavoro, i dubbi, soprattutto sulla questione dei controlli e dei test per chi non è vaccinato, non sono affatto fugati. E con i dubbi irrisolti crescono le preoccupazioni degli imprenditori. Preoccupazioni palpabili che hanno convinto i presidenti di tutte le associazioni padovane rappresentate in Camera di Commercio a chiedere un intervento urgente del governo affinchè un tema importante come quello dell'accesso ai luoghi di lavoro non si traduca in una penalizzazione per le aziende in questa fase fondamentale di ripresa.

Santocono

«L'importanza di essere vaccinati e di continuare a farlo non è minimamente in discussione - ha sottolineato il presidente della Camera di Commercio, Antonio Santocono, facendosi interprete del pensiero dei colleghi presidenti - ma è chiaro che problemi esistono e che va riorganizzato il sistema di rilascio dei Green pass dopo l'esecuzione dei tamponi, allungando, ad esempio, ulteriormente i tempi di validità e consentendo alle imprese di organizzarsi anche autonomamente per l'esecuzione dei test».

Le preoccupazioni

A preoccupare i datori di lavoro sono soprattutto i controlli che sono esclusivamente a loro carico. L’impresa, infatti, dovrà verificare il possesso di Green pass ogni giorno, poiché non potrà richiederne la scadenza, senza andare contro alle regole stabilite dal Garante della Privacy. Il quale sta ancora vagliando se autorizzare una nuova app, sviluppata da Sogei, che andrebbe a funzionare tramite il codice fiscale e la tessera sanitaria del lavoratore, verificando i dati in modo asincrono, ogni giorno, per permettere al datore di lavoro di tenere sotto controllo la situazione Green pass dei propri dipendenti, senza violare la loro privacy. In questo modo, si eviterebbe il controllo quotidiano della certificazione verde che, non vi è dubbio, creerà problemi di ritardi sul posto di lavoro. Però i problemi non sono solo questi.

Boschetto

«C’è, ad esempio – sottolinea il presidente di Confartigianto Padova, Roberto Boschetto – il problema dell’accesso ai tamponi. Attualmente le farmacie non hanno più disponibilità negli orari richiesti dai lavoratori. Questo comporta un problema per le aziende che si devono privare dei collaboratori per intere giornate. Con questi problemi, una piccola azienda, con poco personale, rischia di mettere in crisi l’attività. Per questo serve sfruttare un sistema di punti prelievo adeguato alla richiesta, nel numero e nella dislocazione e, soprattutto, è necessario prevedere orari compatibili con le richieste dei lavoratoiri, affinchè possano effettuare il tampone».

Montagnin

«Siamo sempre stati favorevoli al Green pass e alla massima diffusione dei vaccini – aggiunge il presidente di Cna Padova, Luca Montagnin – ma per le piccole aziende i controlli diventano un’incombenza eccessiva e non si può lasciare tutto sulle loro spalle. Bisogna facilitare il più possibile l’accesso ai tamnponi e serve più elasticità nelle regole sulla privacy per consentire agli imprenditori di conservare i dati in modo da non dover controllare il Green pass ogni giorno».

Badanti

C'è poi tutta la questione dei lavoratori dell'Est Europa, molti dei quali contrari al vaccino e altri vaccinati con Sputnik che, come noto, non è stato autorizzato dall'Ema e che dunque risultano impossibilitati ad ottenere il Green pass. Un problema che attraversa trasversalmente tutti i settori della nostra economia ma che appare ​particolarmente critico nei trasporti e nell'agricoltura, oltre che alla platea di assistenti familiari che senza certificato verde dovranno fare un tampone ogni 48 ore.

Bertin

«Si sta discutendo anche sulle eventuali sanzioni per i lavoratori senza certificazione verde - ha osservato Patrizio Bertin, presidente di Ascom Confcommercio Padova - e anche se è stato recentemente confermato che non sarà possibile licenziare un lavoratore senza Green pass, ma scatterà l’immediata sospensione dal lavoro e dello stipendio, questo non toglie che il problema non sia quello di non pagare lo stipendio quanto piuttosto le difficoltà che l'assenza di un lavoratore può comportare soprattutto nelle imprese di minori dimensioni ed in quelle a più alta specializzazione».

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