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L' hotel Abritto è in vendita. Basta una telefonata

Simbolo dei problemi nella zona del Cavalcavia. E' abbandonato da 25 anni. Ora è in vendita a meno di un milione di euro e ha il cartello appeso al balcone

Provare per credere. Da un po' è affisso su uno dei balconcini fatiscenti dell'ex Hotel Abritto il cartello “Vendesi” con tanto di numero di telefono. Come un normale appartamento. Non ci sarebbe notizia se non si trattasse del simbolo del degrado del Cavalcavia Borgomagno, affacciato sul “mercatino” dello spaccio, dove l'amministrazione si sta impegnando in ogni modo, insieme alle realtà associative del quartiere, per poterlo rilanciare.

Alta velocità

Resta però quel vecchio albergo in stile Liberty, come un vero pugno nell'occhio, a ricordare a tutti che c'è ancora molto da fare. E' vero che nei prossimi dieci anni Borgomagno dovrebbe cambiare completamente volto con l'arrivo dell'Alta Velocità e l'ingresso della stazione dal lato Arcella decisamente potenziato, così come l'intera area attorno. Ma è altrettanto vero che dieci anni sono tanti e che quel posto potrebbe diventare un fiore all'occhiello, destinandolo magari ad uno studentato, di cui c'è tanto bisogno in città. Qualche anno fa volevano 5 milioni di euro. Oggi basta meno di un milione. Al numero 3408834965 risponde un'agenzia immobiliare, che vende per conto della proprietà Forum Sas. Sull'hotel l'amministrazione ha messo gli occhi da anni, ma non è mai riuscita a concludere le operazioni. Due anni fa tutto si era interrotto poco prima della firma di acquisto, senza riuscire ad ottenere però la garanzia di una cooperativa che poi gestisse la struttura, considerata dal sindaco Sergio Giordani “conditio sine qua non” per investire gli 850 mila euro stabiliti dall’Agenzia delle Entrate.

La trattativa fallita

All'epoca la trattativa con la “Città Solare”, che si era resa disponibile a occuparsi dell’ex albergo, abbandonato ormai da 25 anni, per trasformarla in un ostello della gioventù, naufragò sul più bello. La cooperativa, che si occupa già di diversi progetti di accoglienza e coworking, non aveva ottenuto il credito chiesto alle banche, ed era stata costretta a rinunciare. L’idea era quella di utilizzare l’ostello da 90 posti letto come volano economico per la zona, in modo che riprendesse valore e allontanasse la microcriminalità. Aspettative deluse, ma che ora chiamando al cellulare potrebbe anche essere rilanciata da qualche provato, perché l'Arcella, Padova, ne ha bisogno.

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