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Siccità, la Cia: «La pioggia non basta, il Governo dichiari lo stato di emergenza»

Nelle prime due settimane di aprile sono caduti, mediamente, appena 23 millimetri di precipitazione. Il record a livello regionale è stato toccato a Galzignano, con soli 2 millimetri

«La pioggia di queste ore non è sufficiente. Ci auguriamo che il Governo dichiari lo stato di emergenza per il fenomeno della siccità che sta interessando il Veneto e, in particolare, la provincia di Padova». L’appello viene lanciato da Cia Padova: rispetto alla media storica mensile, la portata media del fiume Adige nelle prime due settimane di aprile è stata del -53%, mentre il Bacchiglione e il Brenta hanno registrato rispettivamente un -76% e un -50% (dati dell’ultimo bollettino Arpav). E proprio lungo l’argine dello stesso Adige, all’altezza di Boara Pisani, si sono formate delle “spiaggette” a causa del ritiro delle acque.

La siccità

Fra gli altri dati più significativi, sempre nelle prime due settimane di aprile sono caduti, mediamente, appena 23 millimetri di precipitazione. Il record a livello regionale è stato toccato a Galzignano, con soli 2 millimetri. Numeri mai visti, precisa il presidente di Cia Padova, Luca Trivellato, «che stanno mettendo a rischio le semine, in particolare del mais e della soia, le principali colture tanto della Bassa che dell’Alta padovana. Sosteniamo la Regione, che ha chiesto ufficialmente al presidente del Consiglio Mario Draghi e al capo della Protezione civile Fabrizio Curcio uno stato di emergenza che possa definire le modalità di gestione sovraregionale della crisi idrica». Servono, inoltre, degli specifici sostegni economici per garantire il ripristino dei danni subiti da parte degli imprenditori agricoli. «La penuria di acqua, in un contesto in cui la guerra in Ucraina condiziona l’arrivo delle materie prime, ha dei risvolti negativi pure sull’indotto che ruota attorno all’agricoltura, dalla ristorazione alla ricettività e al turismo. Le istituzioni sono tenute a ragionare non tanto e non solo sulla siccità, quanto sulla questione più generale dei mutamenti climatici. Ormai ci stiamo abituando a nubifragi improvvisi alternati a periodi aridi. Motivo per cui - prosegue - nei mesi scorsi Cia ha interessato l’esecutivo affinché trasferisca risorse adeguate finalizzate alla costruzione di piccoli bacini montani e di pianura, strutture in grado di trattenere l’acqua quando ce n’è in abbondanza, per poi rilasciarla nei periodi di maggiore siccità ad uso civile, industriale e agricolo. Oltre che per la realizzazione di una rete di impianti pluvirrigui in grado di provvedere all’irrigazione dei terreni agricoli in modo preciso e mirato, senza sprechi. Questi interventi, a cura dei Consorzi di Bonifica, potrebbero rientrare nell’ambito del Pnrr».

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