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Giovedì, 30 Novembre 2023
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Inflazione, Coldiretti: «Maggior aumento per l'olio di girasole importato dall'Ucraina»

In testa alla top ten dei prodotti alimentari che hanno fatto segnare il maggior incremento di prezzi con un balzo del 19%, rileva la Coldiretti, c'è l’olio di semi come il girasole importato dall’Ucraina che ha dovuto interrompere le spedizioni

I prezzi al consumo dei prodotti alimentari e delle bevande schizzano del 4,6% con il rincaro dei beni energetici che si trasferisce, dice Coldiretti, sulla filiera agroalimentare e colpisce agricoltori che sono costretti a vendere sottocosto e i consumatori con ben 5,6 milioni di italiani che si trovano in condizioni di poverta’ assoluta in difficoltà nel fare la spesa. Coldiretti si riferisce ai dati Istat sull’inflazione a febbraio che evidenziano un balzo del 45,9% per l’energia che si riflette sui prezzi di molti prodotti alimentari.

L'inflazione

«Se i prezzi per le famiglie corrono, i compensi riconosciuti agli agricoltori e agli allevatori – sottolinea Massimo Bressan, presidente di Coldiretti Padova – non riescono neanche a coprire i costi di produzione con il balzo dei beni energetici che si trasferisce infatti a valanga sui bilanci delle imprese agricole costrette a vendere sottocosto anche per effetto di pratiche sleali che scaricano sull’anello più debole della filiera. Per il balzo dei costi energetici le nostre imprese si trovano a pagare bollette cresciute del 50%, del 100% e anche oltre. A livello nazionale l’agricoltura deve pagare una bolletta aggiuntiva di almeno 8 miliardi su base annua, rispetto all’anno precedente, che mette a rischio coltivazioni e allevamenti». L’accelerazione dei prezzi dei beni alimentari è dovuta sia a quelli lavorati (+3,1%) che non lavorati (+6,9%) con le tensioni inflazionistiche che si propagano al cosiddetto “carrello della spesa”. In testa alla top ten dei prodotti alimentari che hanno fatto segnare il maggior incremento di prezzi con un balzo del 19%, rileva la Coldiretti, c'è l’olio di semi come il girasole importato dall’Ucraina che ha dovuto interrompere le spedizioni e si registrano accaparramenti e scaffali vuoti. A seguire sul podio forti rincari fa registrare con un +17% la verdura fresca anche per gli alti costi di riscaldamento delle serre e la pasta (+12%) con la corsa agli acquisti nei supermercati per fare scorte. Aumenti dei prezzi significativi fanno segnare nell’ordine burro (+12%), frutti di mare (+10%), farina (+9%), margarina (+7%), frutta fresca (+7%), pesce fresco (+6%) e carne di pollo (+6%).

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