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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Sui Colli tutti “sentinelle” della peste suina: ecco come fare per fare la segnalazione

Ad oggi nessun caso è stato riscontrato all’interno dell’area del Parco. Il richiamo del presidente Masin: «Nel caso venga ritrovato un cinghiale morto segnalatelo alla mail info@parcocollieuganei.com con tutte le indicazioni utili»

La primavera incombe sui Colli Euganei richiamando un gran numero di escursionisti e camminatori che non si lasceranno scappare l’occasione di assistere al risveglio della natura, annunciato dalla fioritura di mandorli e ciliegi. Ed è su questa presenza che il Parco Regionale dei Colli Euganei fa affidamento per cogliere anticipatamente anche le avvisaglie di un problema annunciato, ma di cui fortunatamente non sono ancora stati registrati i casi. Stiamo parlando della peste suina, un allarme d’obbligo considerato che alcuni focolai sono stati segnalati ad inizio anno anche nel Nord Italia e che la diffusione è stata causata dai cinghiali, o meglio: dal loro alto numero, che ormai interessa tutto il Paese, e dalla loro mobilità. Aspetti entrambi che costituiscono un serio allarme per la diffusione del morbo.

Come fare la segnalazione

«La peste suina – spiega il presidente del Parco, Riccardo Masin – non costituisce un vero e proprio pericolo per l’uomo, non è trasmissibile a noi. Però potrebbe diventare un problema nel caso venisse ingerita la carne di animali infettati non cotta. I rilievi effettuati dall’Istituto Zooprofilattico delle Venezie, l’ente sanitario di controllo, ricerca e servizi per la salute animale e la sicurezza alimentare, tuttavia, non hanno dato alcun riscontro della presenza del morbo sulle carni degli animali abbattuti in questi mesi dalla Squadra Faunistica e dai selecontrollori all’interno dell’area del Parco. Il monitoraggio è quotidiano e l’attività, sia degli operatori del Parco che delle squadre dei cacciatori abilitati, è strategica per cogliere sul nascere l’inizio di un focolaio. Ma le “sentinelle” del territorio, appunto, potrebbero diventare anche le tante persone che in questa stagione percorrono i sentieri del Parco, segnalando la presenza di qualche animale morto attraverso una mail indirizzata a info@parcocollieuganei.com. Sarebbe utile allegare una foto georeferenziata del ritrovamento, le fotocamere digitali e i telefonini di ultima generazione salvano all’interno delle foto le informazioni relative al luogo in cui sono state scattate. Oppure segnalare con precisione il punto esatto di dove si trova la carcassa. Grazie a questi dati gli operatori del Parco poi sapranno recuperare l’animale e avviare i controlli di rito».

Un aiuto da parte di tutti

Una più attenta attività di controllo e monitoraggio della fauna selvatica, riguarda l’intero territorio nazionale a seguito della conferma dei recenti casi di peste suina africana (PSA), diagnosticata in carcasse di cinghiali selvatici rinvenute in Piemonte e Liguria. Ma è lo stesso piano nazionale di sorveglianza a richiamare la necessità di compiere ogni sforzo possibile per rintracciare e testare le carcasse di cinghiali morti in circostanze poco chiare. Istanze prontamente e da tempo raccolte dal Parco Regionale dei Colli Euganei lavorando ad un progetto che porterà ad avere proprio con l’Istituto Zooprofilattico una linea diretta di comunicazione settimanale. Oggetto dello scambio di informazioni saranno i rapporti sui ritrovamenti effettuati dalla Squadra Faunistica su tre distinti itinerari, individuati nella parte nord, centro e sud dei Colli, che già vengono percorsi quotidianamente. I timori più grandi, infatti, sono rivolti alle conseguenze che un possibile contagio potrebbe causare soprattutto alle produzioni zootecniche suine: sia direttamente a causa della mortalità, sia indirettamente a causa delle restrizioni al commercio nazionale e internazionale di suini e prodotti derivati che la presenza dell’infezione implica.

Massima attenzione

«Per quanto riguarda le competenze del Parco – conclude il presidente Masin – l’attenzione è al massimo. Da mesi ormai gli operatori sono allertati su questo rischio epidemiologico e confido che la sorveglianza sui nostri boschi possa trovare estensione anche grazie alle presenze dei tanti visitatori che raggiungeranno i nostri Colli nelle prossime settimane e che sicuramente copriranno anche le zone meno frequentate e più difficilmente accessibili. A loro raccomando la massima serenità, come detto il morbo non è estendibile all’uomo, ma di essere vigili e di segnalare ogni ritrovamento, che possa apparire sospetto, ai nostri uffici preposti».

Foto articolo da comunicato strampa

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