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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Caos tamponi, il comitato Sos Sant'Antonio si schiera con Andrea Crisanti

Avevano presentato esposti in 7 procure, ma tutti hanno archiviato le loro istanze

La Rete dei Comitati di Cittadini Veneti in difesa della Sanità Pubblica intende sostenere e riaffermare le denunce già espresse nel 2020 sulla gestione della Pandemia Covid nella Regione Veneto, a sostegno di quanto affermato dal Prof. Andrea Crisanti e quanto rivelato dalla trasmissione televisiva Report. A tale proposito ricorda che aveva presentato un esposto presso le sette Procure della Repubblica delle Province Venete, chiedendo di verificare se fossero state poste in atto dalla Regione Veneto tutte le misure necessarie per contenere la diffusione dell’epidemia, visto che il numero dei contagiati e dei decessi erano da settimane molto più alto della media nazionale.

L'esposto

Nell’esposto si segnalava la elevata percentuale dei positivi al tampone molecolare circa il 20% dei soggetti testati, di gran lunga superiore alla media italiana, il numero dei ricoverati in Terapia Intensiva 349 e in area non critica 2694 anche questi dati assolutamente sopra la media nazionale, il numero dei deceduti che in quel periodo era di più di 100 al giorno e infine che di tutte le persone mancate dall’inizio dell’Epidemia 4992, 1968, circa 2 su 5, erano degenti delle Case di Riposo: «L’esposto, a quanto ci risulta, è stato archiviato da tutte e 7 le Procure - dicono dal comitato - .Quello che CoVeSaP contestava era la mancata attivazione della “Zona Rossa” provvedimento richiesto anche da molti altri soggetti tra cui il Presidente della Provincia di Padova Fabio Bui , provvedimento adottato in Lombardia dove aveva drasticamente ridotto il numero dei contagiati e dei decessi».

Zona Rossa

«I motivi per chiedere la Zona Rossa sono stati ampiamente descritti in numerosi documenti, prese di posizione, poiché gli indicatori che permettevano di restare in Zona Gialla erano molto dubbi - proseguono - dai 1.000 posti -letto di Terapia Intensiva, assolutamente virtuali, reali circa 700 come ammesso dallo stesso responsabile della sanità veneta Flore denunciato più volte dai rappresentanti dei Medici Anestesisti e Rianimatori, all’uso massivo dei tamponi rapidi che abbassava la percentuale dei soggetti positivi, già allora ampiamente criticati, di cui veniva contestata la documentazione scientifica a supporto e la scarsa affidabilità diagnostica, soprattutto per operatori ospedalieri e delle Case di Riposo. Il “malfunzionamento “ del Database Regionale che ha classificato erroneamente, per un periodo imprecisato, i casi positivi come asintomatici».

Tracciamento

«Critichiamo anche l’uso del denaro pubblico in maniera poco appropriata, ricordiamo “il Sistema di tracciamento Veneto Eng-De4Bios” mai utilizzato, gli incarichi ad Avvocati Esterni finalizzati a querelare esponenti politici che esprimevano critiche alla gestione regionale, come il Consigliere Comunale Carlo Cunegato o come affermato nella Trasmissione Report anche lo stesso Crisanti.  Ricordiamo che esiste una Commissione Regionale di Inchiesta sulla gestione della seconda ondata della Pandemia in cui sono stati auditi molti soggetti: Comitati dei Parenti dei deceduti in Casa di Riposo, Comitati in Difesa della Sanità Pubblica tra cui CoVeSaP, Sindacati Medici e degli Operatori Sanitari, ed altri, che hanno presentato le loro denunce e documentazione dei fatti.. Auspichiamo che gli Atti della Commissione, come affermato,  vengano inviati alla Procura della Repubblica e che  questi documenti e denunce vengano attentamente vagliati , al fine di stabilire con chiarezze le Responsabilità e la Evitabilità dell’ecatombe “Seconda Ondata Pandemia Covid” negli ultimi mesi del 2020 in Veneto».

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