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Comprare un'arma è più facile? All'armeria Bo per scoprire se è vero

E' la più antica della città. Presente da fine '800, dagli anni sessanta è gestita da Renzo e Marzio Schiavolin. Gli abbiamo chiesto se è vero che sono cambiate le regole

Dagli anni sessanta la famiglia di Renzo Schiavolin è proprietaria dell’Armeria Bo, attività che esiste metà ottocento. E’ la più antica armeria della città di Padova. Siamo andati a trovare lui e suo figlio Marzio, per farci spiegare se è vero che adesso, in Italia, è più facile comperare un’arma. La notizia rimbalza su social e media, così abbiamo pensato di rivolgerci a chi è del settore per saperne di più.

Clienti

Ci sono due signori, quando entriamo, così chiediamo, una volta che i clienti sono usciti e dopo che ci siamo presentati, che cosa hanno acquistato. Ci risponde il signor Renzo, con fare molto disponibile: “Uno - ci spiega Schiavolin - ha comprato un’arma a salve, visto che non è semplice comprare una pistola vera e propria. L’altro cliente invece ha comprato le cartucce per andare al poligono. Lui ha un porto d’armi da tanto tempo”.

Porto d'armi

Cosa bisogna fare si vuole compare una pistola o un fucile, veri intendo: “Il porto d’armi non basta se si vuole un’arma: serve presentare anche documento e il codice fiscale. E’ impossibile presentarsi quindi con un’identità falsa”. Quindi non è vero che è più facile comprare un’arma? “La legge e le regole non sono cambiate, se non per certe piccole cose che riguardano comunque l’attività sportiva. E’ quindi sbagliato dire che ora è più semplice acquistare un’arma, anche se anche io l’ho sentito dire a dei notiziari in tv”. Interviene il figlio, Marzio. Sulla quarantina, si capisce subito che anche lui ha già molta esperienza nel settore: “Bisogna stare attenti, perché anche il porto d’armi è regolamentato in maniera molto rigida. CI sono situazioni, basta già una causa divorzio o un semplice superamento del tasso alcolico anche di un valore minimo per non consentirti di avere un’arma. Come non può averla anche solo chi usa leggeri sonniferi perché ha disturbo del sonno. Non è così semplice ottenere il porto d’armi, di conseguenza neppure un’arma”.

Procedura di vendita

Dopo la vendita, qual’è la procedura? “Noi - risponde ancora il signor Renzo - abbiamo un registro di carico e scarico delle armi, facciamo una dichiarazione di vendita, un modello (38) che va consegnato alla questura, uno per il ministero degli interni”. Le armi quindi sono tracciate: “Non è qui, intendo come area geografica, che chi si vuole procurare un’arma di contrabbando, la cerca. Sono fenomeni più legati alle città con i porti o ai Paesi dell’est. Esiste come fenomeno ma stiamo attenti anche a un’altro aspetto. Voi che di cronaca vi occupate, avrete notato che anche in caso di furti nelle case, nessuno prende delle armi anche se ne trova”. E come mai? “Il furto di oggetti di valore vale una denuncia spesso a piede libero, ma se rubi un’arma ti sbattono subito dentro”.

L'armeria

Cos’è l’armeria oggi? Chi si rivolge e voi? “Una volta l’armeria era il punto di riferimento per chi andava a caccia o a pesca. Quest’ultima sta praticamente scomparendo, oggi va molto di più il tiro a segno oggi. Però è vero, c’è un certo interesse per fucili e pistole sportive. Le pistole ad aria compressa, quelle a salve, sono richieste per intimidire chi volesse entrare nella proprietà di qualcuno. Ma sicuramente è l’attività sportiva quella che va per la maggiore. Abbiamo parecchi campioni olimpionici in Italia e le migliori case d’armi al mondo, come Beretta e la Perazzi. Sono il top se si parla di armi”.

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