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Costi dell'energia sempre più alti, i vertici del Consorzio salgono in Consiglio regionale

Il presidente Sonza: «Vista la situazione, abbiamo ritenuto doveroso informarli, soprattutto per fare presente che nel caso non pervenga l’auspicato sostegno finanziario da parte della Regione, il nostro Consorzio sarà costretto ad emettere un gravoso ruolo suppletivo»

Si è tenuta nella sede del Consiglio Regionale, a Venezia, l’audizione di tutti i Consorzi di bonifica del Veneto, organizzata dalla Terza Commissione presieduta dal consigliere, Marco Andreoli a cui spetta il compito delle politiche economiche, politiche agricole e per la montagna, caccia e pesca, politiche forestali e dell’energia. Per il Consorzio di bonifica Brenta erano presenti il presidente Enzo Sonza ed il direttore Umberto Niceforo. Il Presidente ed il Direttore, alternandosi rispettivamente per la parte politica e la parte tecnica, hanno illustrato la loro realtà, uno dei Consorzi veneti in cui l’irrigazione è più importante con ben 30.000 ettari strutturati. In molti altri Consorzi, infatti, l’irrigazione avviene solo con metodo “di soccorso”, ovvero con prelievo dell’acqua tramite pompaggio diretto da parte delle aziende agricole da un canale di bonifica, mentre da noi avviene attraverso una fitta rete di canali, manufatti ed impianti organizzati, per cui è il Consorzio ad addurre e distribuire l’acqua fino alle singole proprietà.

Politiche di contrasto alla siccità

Si è poi riferito sull’andamento irriguo nel 2022: scarsità di piogge e di neve, alte temperature, ridotte portate in Brenta, falde basse, risorgive al minimo storico. Un anno definito terribile anche dai meteorologi, che purtroppo non costituirà un’eccezione, ma si ripeterà, a causa del cambiamento climatico (abbiamo già vissuto, oltre all’ultima, altre tre stagioni difficili negli ultimi 7 anni). Si è descritto come il Consorzio abbia agito per far fronte a queste gravose condizioni: la turnazione delle rogge per tutta la stagione, da metà giugno a fine agosto; l’uso prudente e parsimonioso degli invasi del Corlo e del Senaiga, ubicati nella montagna bellunese; le due ordinanze del Presidente Zaia, una che invitava i Consorzi a prudenza e parsimonia e a privilegiare gli impianti irrigui con maggiore risparmio idrico, la seconda con la deroga al deflusso minimo vitale nel fiume Brenta, entrambe diligentemente rispettate dal Consorzio, ma che testimoniano l’eccezionalità del contesto.

Le proposte

Proseguire a realizzare impianti pluvirrigui per ridurre le portate. Il Consorzio ha presentato ben 7 progetti nell’ambito del Pnrr, ma nessuno è stato finanziato; solo uno dei sette (forse) rientrerà sulla legge 178. La ricarica della falda con il metodo dei boschi di infiltrazione, già attivato in modo innovativo e che andrebbe congruamente esteso; il bacino del Vanoi, su cui proprio nell’estate scorsa si è avuto il concreto sostegno con una mozione votata all’unanimità dal Consiglio Regionale (a cui nell’occasione è stato espresso ringraziamento), anche se il percorso è ancora lungo; intanto il progetto definitivo è stato finanziato dal Governo. Infine, si è posta la necessità dell’anticipo degli invasi montani a giugno anziché a luglio come da accordi previgenti, vista la diversa stagionalità in agricoltura rispetto agli anni Cinquanta quando furono stipulati.

Costi energia

Ultimo ma non ultimo, un accento particolare è stato posto sul problema energia: il Consorzio aveva messo 2 milioni di euro nel bilancio preventivo 2022, ma a consuntivo le bollette fanno riscontrare 2,7 milioni di euro in più (più del doppio). Ciò non è dovuto solo ai maggiori consumi legati alla siccità, ma soprattutto all’abnorme aumento delle tariffe elettriche. Inoltre si è registrato il mancato introito dalle centrali idroelettriche a causa di un improvvido provvedimento governativo che ha messo un tetto al valore della produzione energetica, che se poteva essere giustificato, in un momento di crisi, per le società private che fanno business, non lo è certo per chi come i Consorzi di bonifica svolge un servizio a valenza pubblica e a favore del mondo agricolo. «La cifra totale da coprire – spiega il presidente Sonza - assomma a ben 3,4 milioni di euro; essa avrebbe un impatto devastante sul nostro bilancio e graverebbe interamente sul mondo agricolo interessato dal funzionamento degli impianti irrigui, energivori.  Vorrebbe dire dover caricare agli utenti irrigui un ruolo suppletivo che raddoppia i tributi, a un mondo agricolo che ha già subito la carenza idrica e le note contingenze economiche». Per questi motivi il Presidente ha fatto un accorato appello alla Commissione Regionale per un sostegno economico, dopo le numerose richieste già inviate l’anno scorso a tutte le Autorità regionali e anche ai Prefetti, che non hanno ancora avuto esito. Altre Regioni italiane hanno supportato concretamente i Consorzi di bonifica: il Friuli Venezia Giulia, con legge regionale n°183 del 16 dicembre 2022, ha coperto il 70% dei costi energetici dei Consorzi; la Sardegna, la Campania e la Sicilia il 100%. «Vista la situazione – prosegue Sonza - abbiamo ritenuto doveroso informare il Consiglio Regionale attraverso la competente Commissione Agricoltura; soprattutto per fare presente che nel caso non pervenga l’auspicato sostegno finanziario da parte della Regione, il nostro Consorzio sarà costretto ad emettere un gravoso ruolo suppletivo e inviarlo alle aziende agricole interessate dall’irrigazione, con un impatto devastante di cui fin d’ora ci riteniamo esenti da responsabilità. Ormai manca poco tempo».

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