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Il consumatore post Covid: è necessaria l'integrazione tra mondo fisico e mondo virtuale

Del “consumatore post Covid” si è parlato nel corso dell’”Ascom da te”, il format studiato da Ascom Servizi Padova che, di volta in volta e, nelle diverse sedi territoriali della Confcommercio padovana, affronta le problematiche del momento per le imprese del terziario di mercato

«Andrà tutto bene». Quante volte, nei momenti più bui della pandemia, questa frase ci ha convinti che tutto sarebbe tornato come prima. Invece nulla è tornato come prima, men che meno il “consumatore”. Il quale, di necessità, ha fatto virtù, cambiando, piuttosto repentinamente, i suoi comportamenti. Del “consumatore post Covid” si è parlato nel corso dell’”Ascom da te”, il format studiato da Ascom Servizi Padova che, di volta in volta e, nelle diverse sedi territoriali della Confcommercio padovana, affronta le problematiche del momento per le imprese del terziario di mercato.

Il consumatore post Covid

Nello specifico, per questa “special edition” del format svoltasi nella sede provinciale dell’associazione, sono intervenuti Manuel Faè (marketing advisor, autore col presidente dell’Ascom Patrizio Bertin del libro “Nextgozio, commercio al dettaglio nell'era digitale”), Luigi Migliore (presidente e CEO di NetworkTraining ed esperto di change management in ambito retail) e Daniela Damonte (consulente di comunicazione e marketing strategico). Moderato da Davide Barollo e aperto dal saluto del direttore generale dell’Ascom Confcommercio, Otello Vendramin, l’incontro è servito a meglio comprendere in che modo i negozi di vicinato possano sfruttare il digitale in favore del proprio business. «Parlare del consumatore post Covid – ha detto Faè - è attività miope se non si sanno tenere nella giusta considerazione i tre fattori che nel 2007 hanno davvero permesso l'inizio tangibile e visibile della trasformazione digitale: la commercializzazione degli smartphone, l'arrivo dei social network e la diffusione della rete mobile 3G a tariffe flat. Se si ha chiaro questo, si capisce che la pandemia è stata solamente un acceleratore della digitalizzazione che già stava avvenendo e che inesorabilmente continuerà». Da parte sua Migliore ha analizzato gli aspetti psicologici dei consumatori e i loro comportamenti d’acquisto, sostenendo che la domanda da porsi è piuttosto sul “cosa vendo”, non inteso solo in termini di merceologia, ma di esperienza di acquisto che offro. «È necessaria sempre più un’integrazione del mondo fisico ed online – ha aggiunto Migliore – e bisogna mettere in discussione quello che si dà al cliente, partendo dalle basi, perché la relazione (quella di qualità) non passa mai di moda». «In un mercato sempre più competitivo – ha sottolineato Damonte - in cui online e offline si fondono in maniera sempre più pervasiva, il mondo del retail ha la necessità di evolvere, innovandosi e implementando tecnologie digitali, per rispondere sempre meglio ai bisogni di un consumatore più esigente, più digitalizzato e che vuole vivere un'esperienza d'acquisto facile, veloce e senza frizioni». In altre parole: i negozi hanno quindi bisogno di sfruttare al meglio gli strumenti digitali in ogni fase del processo d'acquisto dei loro clienti, prima durante e dopo l'acquisto, valorizzando l'esperienza in store attraverso servizi personalizzati, di assistenza alla vendita e consulenziali.

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