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Medici forniti dalle cooperative, l'Ordine attacca: «Fenomeno sempre più preoccupante»

Nel mirino le retribuzioni, molto più alte di quelle dei medici assunti dal servizio sanitario nazionale, e le poche verifiche sulla loro effettiva preparazione

«Sta diventando un fenomeno sempre più preoccupante». Non usa mezzi termini Adriano Benazzato, vicepresidente dell'Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri della Provincia di Padova, quando parla della problematica dei medici assunti dalle cooperative.

Adriano Benazzato

Non passa infatti giorno senza che una polemica li travolga, a partire dall'elevata remunerazione a loro riconosciuta, argomento su cui Benazzato torna alla carica: «Le cooperative hanno drogato il mercato del lavoro con situazioni imbarazzanti: chi viene chiamato con questo metodo può contare su turni di lavoro migliori, in quanto hanno possibilità di scelta, e la differenza retributiva rispetto a un medico assunto è pesante, visto che quelli delle cooperative arrivano anche a guadagnare al mese cinque volte di più. La Regione, però, ora vuole mettere un freno, al punto che ha convocato l'Ordine e i sindacati per una riunione il 4 novembre per parlare di questa situazione oltre ad aver già inviato una circolare alle aziende ospedaliere e a quelle sanitarie locali per equiparare le retribuzioni fissando un tetto massimo unitario di 100 euro all'ora. Non solo, con il decreto Millepropoghe è stato portato al 31 dicembre 2023 il limite per i medici stranieri di venire a lavorare in Italia, e possono farlo liberamente perché il Ministero della Sanità non ne verifica i titoli di laurea e di specializzazione: lo ritengo un fatto decisamente pericoloso, perché bisogna sempre garantire la sicurezza e la qualità delle cure. Ci sono invece arrivati esposti da parte dei cittadini, che denunciano la presenza di medici senza esperienza ma anche di chi, come un medico argentino in servizio al punto di primo soccorso di Montagnana, che non sa parlare l'italiano». 

Domenico Crisarà

È invece Domenico Crisarà, presidente dell'Ordine, a fare il punto sui medici no vax: «Sono circa 300 quelli sospesi, su poco meno di 10mila iscritti: ci sono stati in merito anche quattro ricorsi arrivati anche in Tribunale, ma tutti rigettati».

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