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La copertina di «Nature Astronomy» “firmata” da tre ragazze del Liceo Artistico Modigliani

Emily, Beatrice e Chiara hanno partecipato all’esperienza didattica di alternanza scuola-lavoro tra il Dipartimento di Fisica e Astronomia "Galileo Galilei" dell’Università di Padova e il Liceo artistico padovano effettuata lo scorso anno

La copertina di «Nature Astronomy» del mese di febbraio è “firmata” da tre ragazze del Liceo Artistico Modigliani di Padova: Emily Ampezzi, Beatrice Del Piccolo e Chiara Schiavo. Emily, Beatrice e Chiara hanno partecipato all’esperienza didattica di alternanza scuola-lavoro tra il Dipartimento di Fisica e Astronomia "Galileo Galilei" dell’Università di Padova e il Liceo artistico padovano effettuata lo scorso anno. In particolare la ricercatrice Elisa Prandini, coautrice dello studio a cui fa da cornice la copertina, con l'aiuto dei colleghi Michele Doro, Luca Foffano e Manuela Mallamaci, ha coordinato le tre studentesse, seguite dalla docente Daria Mauri e dalle referenti Barbara Gobbo e Barbara Montolli, nella produzione del materiale grafico.

Emily Ampezzi-2Beatrice Del Piccolo-2Chiara Schiavo-2

Nature Astronomy

È dello scorso mese, infatti, la pubblicazione su «Nature Astronomy» di un articolo sui blazar frutto del lavoro di un team di dieci ricercatori provenienti da Francia (Osservatorio di Parigi, IN2P3), Germania (ESO, DESY, Università di Monaco) e Italia (ASI, INAF e Università di Padova) coordinati da Jonathan Biteau (IJC Lab, Università Paris-Saclay, CNRS) ed Elisa Prandini (INAF/Università di Padova). 

Blazar

I blazar sono tra gli oggetti più affascinanti dell'universo: alimentati da buchi neri di massa enorme, miliardi di volte quella del Sole, si posizionano al centro di galassie distanti ed essendo una sorgente altamente energetica sono tra i più violenti fenomeni nell'universo. Nell’articolo gli autori si sono chiesti cosa in realtà si sappia di queste fonti estreme di radiazioni: nei blazar parte del materiale in prossimità del buco nero viene inghiottita mentre un'altra parte viene incanalata attraverso l'azione del campo magnetico e sfugge all'enorme attrazione. Per gli astronomi, il plasma che fuoriesce appare come un flusso sottile denominato getto.

Studio

Lo studio ha indagato una piccola frazione, minor dell’1%, di blazar (i blazar estremi), che presenta un'emissione particolarmente intensa nei raggi X e gamma dal getto. Ne ha fatto il primo censimento e ha constatato che alcuni tra i blazar più energetici sfuggono al modello teorico prevalente di accelerazione ed emissione: non si spiega infatti come particelle quali protoni ed elettroni vengano accelerati in questi oggetti per generare tali raggi gamma energetici. Resta il fatto che proprio questi blazar possano diventare laboratori ideali per studi all'avanguardia in cosmologia, fisica fondamentale e fisica del plasma grazie ai telescopi di prossima generazione come il Cherenkov Telescope Array (CTA), con i due siti attualmente in costruzione a La Palma, nelle Isole Canarie, e nel Paranal, in Cile ai quali anche il nostro Ateneo, insieme ad INFN ed INAF, sta partecipando.

Elisa Prandini-2

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