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«Serve più condivisione a livello sanitario»: la richiesta dei sindaci padovani alla Regione

Sindaci dell'intera provincia a confronto con la dirigenza dell'Ulss 6 Euganea sulla situazione degli ospedali della Bassa Padovana e sulla condivisione dei dati dell'epidemia nei territori

L’invio di un documento unitario alla Regione Veneto, con il quale i 101 Sindaci dell’Ulss 6 chiedono una maggiore condivisione con la Regione per quanto riguarda la gestione dei servizi sanitari e sociali del territorio nel momento dell’emergenza e un’attenzione immediata al tema degli ospedali della Bassa Padovana, nonché di avere una programmazione dettagliata in vista della "fase 2": è questo quanto deciso nel corso della Conferenza dei Sindaci dell'Ulss 6, che si è svolta nel tardo pomeriggio di martedì 7 aprile in maniera telematica con regia dal Comune di Carmignano di Brenta e presieduta dal presidente Alessandro Bolis, sindaco del Comune dell'Alta. 

Ospedale di Monselice

Hanno partecipato 87 Comuni sui 101 dell’Ulss 6, per il 93% degli abitanti complessivi. Afferma Giorgia Bedin, sindaca di Monselice e coordinatrice dell’Esecutivo della Conferenza dei Sindaci: «I Sindaci della Bassa chiedono la riattivazione dei servizi per gli utenti del territorio dell’ex Ulss 17 (44 Comuni per 180 mila abitanti) nell’ospedale di Schiavonia, l’unico ospedale che copre il territorio di Monselice e ora destinato solo al Covid 19». Il dottor Domenico Scibetta, direttore generale dell’Ulss 6 Euganea, ha assicurato che la Regione sta già lavorando ad un piano di riapertura - con tempi però ancora non prevedibili - pensando ad ritorno graduale della struttura alla sua piena operatività. Inoltre, ha specificato che l’utilizzo in alternativa dell’ex Ospedale di Monselice come ospedale Covid (come proposto dalla sindaca Bedin) non è possibile in quanto privo delle necessarie garanzie di sicurezza, non attrezzato se non con i mobili e pensato solo per fronteggiare eventuali situazioni estreme di emergenza. I cittadini della zona ha ricordato, possono comunque rivolgersi alle altre strutture.

Report quotidiano

La Conferenza ha affrontato anche il tema della trasmissione ai sindaci dei dati relativi ai pazienti Covid nei loro Comuni. Spiega Alessandro Bolis: «Abbiamo chiesto un aggiornamento quotidiano sulla situazione del contagio nei nostri territori, con tempestività, uniformità e chiarezza, in una lista unica, che contenga casi positivi, le persone in quarantena e i ricoverati. Questo per aiutarci a controllare e contenere il contagio, dal momento che non conosciamo quali sono i potenziali focolai, e questo nonostante il nostro ruolo di autorità di pubblica sicurezza e tutela della salute pubblica. Ricordo, infatti, che i nomi dei positivi ci servono per approntare tutti i servizi necessari a tutela loro e delle loro famiglie, ma anche ad effettuare verifiche e controlli sulle restrizioni cui questi devono essere sottoposti a garanzia di tutta la comunità». Molte le domande dei primi cittadini su casi specifici e la richiesta che l’Ulss solleciti i medici di famiglia a monitorare i cittadini che presentano fragilità psichiche, segnalandoli eventualmente a servizi specialistici. I sindaci, pur consci delle difficoltà a reperirli, hanno sollecitato nella lettera alla Regione una pronta risposta in termini di dispositivi di protezione individuale e tamponi per il personale medico, paramedico infermieristico, operatorti socio-sanitari e di servizio di tutti i presidi sanitari, strutture Rsa e comunità alloggio, ma anche i farmacisti della provincia di Padova. Il presidente Bolis ha infine chiesto al Direttore Scibetta, che ha dato la sua disponibilità, di aggiornarsi con una maggiore frequenza per rispondere alle domande dei Sindaci che hanno bisogno di consigli di gestione operativa pratica delle emergenze.

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