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Coronavirus, il prefetto Franceschelli: «Controlli in corso su tutto il territorio»

Spiega Renato Franceschelli, Prefetto di Padova: «Qui non si parla di limitazioni della libertà, bensì di senso di responsabilità dei cittadini»

Il nuovo decreto entrato in vigore domenica 8 marzo consente l'ingresso e l'uscita delle persone dal territorio della provincia di Padova solo se tali spostamenti sono motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità. E le forze dell'ordine hanno già iniziato a vigilare per evitare infrazioni.

La conferma arriva da Renato Franceschelli, prefetto di Padova, dopo l'incontro avuto nel pomeriggio col sindaco Sergio Giordani, il presidente della Provincia Fabio Bui, il Questore Paolo Fassari, il Comandante provinciale dei carabinieri Colonnello Luigi Manzini, il Comandante provinciale della Guardia di Finanza Colonnello Fabio Dametto, il Comandante della polizia locale Lorenzo Fontolan e il direttore generale dell'Ulss 6 Euganea Domenico Scibetta: «Ci sono nuove direttive del Ministero dell'Interno e quindi ci siamo riaggiornati col comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica per coordinare gli interventi di controllo che vanno messi in atto e che sono partiti già oggi. Adesso li stiamo strutturando sempre meglio e in maniera sempre più efficace coinvolgendo anche le tre forze di polizia ovvero la stradale, la locale e la ferroviaria. Le forze territoriali sono sufficienti per controllare il territorio».

«Controlleremo che gli esercizi pubblici chiudano alle 18 e che non si creino assembramenti, e controlleremo nel contempo le comprovate esigenze che portano le persone a muoversi in macchina entrando o uscendo dalla provincia. Il decreto non vieta attività lavorative o il transito di merci. Le persone devono rispettare le norme igieniche previste cercando di limitare gli spostamenti se non necessari, anche perché chi non rispetterà tale disposizione rischia anche una denuncia e una condanna. Qui non si parla di limitazioni della libertà, bensì di senso di responsabilità dei cittadini. Mi rendo conto che ci sia un disagio per le famiglie, ma per essere arrivati a misure così gravi è stata valutata l'importanza di tenere le persone lontane dai centri di aggregazione».

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