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«Con i Comuni blindati oltre 150 agriturismi tra Colli Euganei e resto della provincia sono Ko»

«Un altro duro colpo per il comparto agrituristico, già provato dal lungo lockdown che ci ha fatto perdere oltre 5 milioni di euro, solamente in parte recuperati con la ripresa estiva»

La decisione di blindare gli italiani nel proprio comune nei giorni di Natale, Santo Stefano e Capodanno mette ko le strutture agrituristiche padovane. «Si tratta - commenta Coldiretti Padova - di oltre 150 realtà dislocate su territorio provinciale in maggioranza sui Colli Euganei ma molti anche in pianura e nei pressi dei centri più importanti. Le aziende agrituristiche che offrono per la maggior parte ristorazione e alloggio  sono situate in piccoli centri rurali con una clientela proveniente dalle grandi città e dai paesi limitrofi».

Agriturismi

Coldiretti denuncia che le misure del nuovo Dpcm limitando gli spostamenti per le feste di fine anno mettono a repentaglio un settore che presenta un’opportunità per le famiglie di godere di spazi ampi in mezzo alla natura senza il rischio di assembramenti. «Un vero paradosso - afferma Emanuele Calaon, imprenditore di Vo’ e presidente dell’associazione agrituristica Terranostra Padova - se si considera che gli agriturismi sono situati in aree isolate dentro strutture familiari con un numero contenuto di posti letto e a tavola: sono dunque i luoghi più sicuri perché è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza per difendersi dal contagio fuori dalle mura domestiche. A Vo’, per fare un esempio, ci sono numerosi agriturismi e ristoranti, in un paese di appena tremila abitanti e così è anche per diversi altri centri dei Colli Euganei, le cui attività rischiano di non lavorare affatto. Un altro duro colpo per comparto agrituristico, già provato dal lungo lockdown che ci ha fatto perdere oltre 5 milioni di euro, solamente in parte recuperati con la ripresa estiva. A questo si aggiungono almeno altri due milioni di euro persi con le restrizioni introdotte da novembre. Le consegne a domicilio e il take away, praticato con convinzione ed entusiasmo, limitano solo in parte le gravissime perdite a cui le nostre aziende devono far fronte». Non solo, le aziende agricole in genere si sono rivelate i luoghi più sicuri per quanto riguarda il rischio di contagio. «Appena lo 0,3% dei 66.781 casi di infortunio da Covid-19 registrate dall’Inail in Italia - ricorda Coldiretti - riguarda l’agricoltura dove peraltro i mesi estivi e autunnali sono i più attivi con la raccolta di frutta, ortaggi, olio e la vendemmia secondo l’analisi della Coldiretti sulla base delle richieste complessive di infortunio al 31 ottobre 2020 che evidenzia come la percentuale più bassa di contagi tra le diverse attività si sia verificata proprio nelle campagne». 

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