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Coronavirus, Iov: «Al momento abbiamo 10 dipendenti positivi»

Punto stampa dell'Istituto Oncologico Veneto: «Se nella prima ondata si trovavano focolai all'interno di un reparto ora siamo in presenza di positività a macchia di leopardo, che arrivano da fuori e che sono legate per la quasi totalità a quella di un convivente»

Un importante aggiornamento in videoconferenza: a fornirlo il professor Giorgio Roberti e la dottoressa Maria Giuseppina Bonavina, rispettivamente direttore generale e direttore sanitario dello Iov - Istituto Oncologico Veneto.

Giorgio Roberti

Spiega il professor Giorgio Roberti, direttore generale dello Iov: «Negli ultimi tempi c'è stata una rapida diffusione dell'infezione, sono state prese decisioni importanti a livello nazionale e regionale e ci sembrava opportuno fare un punto sulle misure che abbiamo adottato e implementato in questo periodo. Per quanto riguarda il triage abbiamo eliminato le tende della protezione civile e le abbiamo sostituite con una struttura prefabbricata, abbiamo poi leggermente modificato il percorso perché sono in atto dei lavori strutturali per la realizzazione del nuovo triage e che si concluderanno in questo mese. Non cambieranno le procedualità ma l'ambiente fisico per l'accesso. Per quanto riguarda gli accessi alle strutture utilizziamo misure che già da mesi continuiamo ad applicare per proteggere i pazienti e gli operatori. I nostri due obiettivi principali sono evitare il più possibile la circolazione del virus garantendo le prestazioni, perché di fatto non abbiamo mai interrotto quelle urgenti o oncologiche. Non c'è per il momento nessuna sospensione, anche se la situazione va quantificata giorno per giorno. Stiamo facendo tutto il possibile per limitare la circolazione del virus e garantire le prestazioni, è chiaro però che molto dipende da noi perché se non applichiamo le regole non raggiungeremo dei risultati quindi la salute è nelle nostre mani»

Maria Giuseppina Bonavina

Spiega la dottoressa Maria Giuseppina Bonavina, direttore sanitario dello Iov: «Siamo in un momento in cui ciascuno di noi deve farsi carico di un'impegno, in questo caso assai gravoso perché limita molte attività della nostra vita quotidiana perché come diceva Aristotele l'uomo è un animale sociale. Viene meno la natura che ci porta a tendere all'aggregazione, quindi ognuno di noi deve essere responsabile di ciò che fa perché solo così torneremo a una vita normale. Se non ci impegniamo singolarmente non riusciremo a uscire da questa situazione. Continuiamo a garantire l'accesso per le prestazioni non prima dei 15 minuti dall'orario della prestazione stessa, non sono ammessi accompagnatori a parte casi particolari, viene rilevata la temperatura. Va inoltre privilegiata la prenotazione e l'esecuzione dei controlli da remoto. Dove è possibile consegnamo i farmaci a domicilio. Questa seconda fase mostra delle complessità rispetto alla prima. La sorveglianza del nostro personale viene fatta ogni 20 giorni. Per quanto concerne i visitatori dei nostri pazienti l'accesso ai reparti di oncologia dev'essere pianificato ed è vincolato al nullaosta del medico curante, perché devono essere prese in considerazione le condizioni cliniche del paziente. Il visitatore verrà sottoposto a tampone rapido, che verrà ripetuto ogni 7 giorni. L'orario di visita sarà dalle 17 alle 18, e il tracciamento dei visitatori sarà tenuto per 10 giorni. Il triage sarà dalle 8 alle 20 anche nel weekend. Al momento abbiamo 10 dipendenti positivi allo Iov di Padova e 5 in quello di Treviso su un totale di 1.170 dipendenti, anche in questo si vede la diversità tra i due periodi perché se prima si trovavano focolai all'interno di un reparto ora siamo in presenza di positività a macchia di leopardo, che arrivano da fuori e che sono legate per la quasi totalità alla positività di un convivente. Il vaccino antinfluenzale? Stiamo vedendo un boom di adesioni da parte del personale, ne sono già stati somministrati 600 e ne stiamo aspettando altri 600».

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