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Mille posti letto a disposizione del personale sanitario negli agriturismi padovani

L’ultima ordinanza regionale decreta che è "ammessa l’ospitalità presso strutture autorizzate il cui esercizio è sospeso, se rivolta ad operatori della sanità o addetti comunque allo svolgimento di attività connesse all’emergenza"

Sono almeno mille i posti letto che gli agriturismi padovani possono mettere a disposizione degli operatori sanitari e di tutti i lavoratori in prima linea per le attività connesse all’emergenza Covid-19: è quanto afferma Coldiretti Padova richiamando l’ultima ordinanza con cui dal 4 maggio il Presidente della Regione Veneto Luca Zaia decreta che è “ammessa l’ospitalità presso strutture autorizzate il cui esercizio è sospeso, se rivolta ad operatori della sanità o addetti comunque allo svolgimento di attività connesse all’emergenza”.

Mille posti letto

Fra queste attività rientrano gli agriturismi che dispongono di posti letto, almeno un migliaio in provincia di Padova dai Colli Euganei all’Alta Padovana, dalle porte della città all’aperta campagna. Già impegnati sul fronte della consegna a domicilio e della vendita per asporto, ora le attività agrituristiche possono contribuire anche a fornire una sistemazione ideale e a prezzi convenienti per gli operatori sanitari e tutti i lavoratori impiegati nella complessa gestione dell’emergenza Coronavirus. Afferma Emanuele Calaon, presidente di Terranostra Padova, l’associazione che rappresenta un’ottantina di agriturismi padovani di Coldiretti: «Noi siamo pronti, abbiamo decine di camere da mettere a disposizione in tutta sicurezza per gli operatori della sanità e dei settori ad essa collegati. Consideriamo poi che la sistemazione negli agriturismi, immersi nel verde della campagna o dei nostri Colli, è ideale per chi lavora in ambienti a rischio perché potrà trascorrere il tempo libero in un luogo isolato e salubre, ma allo stesso tempo dotato di tutti i servizi. Nella nostra provincia sono sempre più numerosi gli operatori del mondo della sanità in forze al Covid Ospital di Schiavonia a Monselice, a pochi chilometri dal quale ci sono i Colli Euganei con decine di agriturismi. Anche nella cintura urbana di Padova non mancano le attività agrituristiche in aperta campagna ma a pochi minuti di auto dall’ospedale cittadino. I nostri agriturismi sono spesso situati in zone isolate della campagna, gestite da nuclei famigliari su ampi spazi verdi: elementi che favoriscono il rispetto delle misure di sicurezza. Da fine febbraio lo stop forzato è costato agli agriturismi padovani oltre 5 milioni di euro, un danno solo in parte compensato con le consegne a domicilio e il take away».

Ripresa

Su questo fronte Coldiretti auspica una piena ripresa dell’attività agrituristica. Ricorda Diego Scaramuzza, presidente nazionale di Terranostra: «Con l’avvio della fase 2 non è purtroppo stata ancora chiarita la questione dell’alloggio: nonostante i presupposti per l’ospitalità nel rispetto delle disposizioni sanitarie ci siano tutti, manca il riconoscimento del codice Ateco degli agriturismi tra i provvedimenti fino ad ora emanati. In attesa di un protocollo da concordare con la Regione del Veneto per procedere all’operatività sostenere il turismo rurale significa sostenere un sistema che ha sopportato un “crac senza precedenti” quantificabile solo nel trimestre della pandemia in 30 milioni di euro, cifra destinata ad aumentare se non si daranno certezza sulla riapertura agli imprenditori agrituristici».

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