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Coronavirus e prevenzione, 2 padovani su 5 hanno rinunciato a visite o screening

Negli ultimi mesi il 43% dei padovani ha annullato, o comunque ridotto a quelle indispensabili, le visite mediche che aveva programmato, scelta in parte determinata anche dalle decisioni delle strutture sanitarie

La pandemia di Covid-19 sta cambiando le nostre abitudini e questo riguarda in modo particolare l’ambito della salute e della prevenzione, come dimostra il fatto che negli ultimi mesi il 43% dei padovani ha annullato, o comunque ridotto a quelle indispensabili, le visite mediche che aveva programmato. Una scelta che per il 15% dei casi è stata determinata dalle decisioni delle strutture sanitarie che, dovendo fronteggiare l’emergenza dettata dalla pandemia, si sono viste costrette a posticipare o addirittura cancellare parte delle visite. Lo rileva l’Osservatorio Sanità di UniSalute realizzato con Nextplora per indagare le abitudini degli italiani - dei padovani in particolare - in ambito di salute e prevenzione.

Padova

Un problema, quello della procrastinazione delle visite e degli esami di controllo, che avrà strascichi anche nel corso del 2021: quasi un padovano su due (45%) dichiara infatti che si sottoporrà solo a visite essenziali e solo in caso di bisogno; a questi bisogna aggiungere un altro 16% composto da quegli abitanti di Padova che, volendo limitare al massimo le probabilità di venire a contatto con il virus, preferiscono evitare luoghi come cliniche e strutture mediche che considerano "a rischio". Solo il 16% dei rispondenti è sicuro di voler mantenere la propria abituale routine medica. La questione del recupero delle visite è un tema che nelle ultime settimane viene sempre più discusso anche perché potrebbe rappresentare un’altra sfida per l’intero sistema sanitario che rischia di dover affrontare una domanda di prestazioni molto più elevata del solito. Un rischio che stanno valutando molti padovani, tanto che un terzo (33%) dichiara che si affiderà alle strutture private per recuperare visite e controlli arretrati; una scelta che per il 45% dei casi è determinata dalla ricerca di tempi di attesa più brevi.

Costi

Ma non è solo il Covid a cambiare le abitudini degli abitanti della provincia veneta, a questo si aggiunge un fattore più strutturale, che la pandemia ha però sicuramente accentuato: quello economico. Il 12% del campione afferma che farà meno visite perché non può sostenere i costi relativi. Voce che sembra in aumento, nella percezione delle persone. Oltre un padovano su cinque (21%), infatti, ha avvertito negli ultimi anni un incremento dei costi delle prestazioni mediche sia nelle strutture pubbliche che in quelle private. Ma in che modo gli abitanti di Padova cercano di mitigare l’impatto dell’aumento dei costi delle prestazioni mediche? Due quinti degli intervistati (41%) citano le iniziative di screening pubblico gratuito. Uno su tre (33%) vede invece nelle assicurazioni sanitarie il mezzo più adatto per ottenere servizi medici al giusto prezzo, mentre un ulteriore 26% prende in considerazione altri servizi in grado di garantire prestazioni mediche a costi minori.

Dati

Che ci si rivolga a strutture pubbliche o private, ciò che interessa ai padovani è di poter contare su prestazioni di qualità. Ma su che basi valutano lo standard delle strutture sanitarie e del servizio ricevuto? Innanzitutto sulla competenza del personale medico (45%), ma anche sui tempi per ricevere i servizi (14%) e sul rapporto prestazione/costi (8%). La questione dei tempi è quella su cui, secondo gli intervistati, sarebbe necessario investire risorse: quasi un padovano su due (44%) pensa che le strutture intenzionate a migliorare la qualità del servizio dovrebbero concentrarsi sulla rapidità dell’erogazione dello stesso. Il 35% sottolinea l’importanza per le strutture di avere sempre a disposizione i macchinari più moderni, mentre un ulteriore 13% pensa che il settore potrebbe migliorare i propri servizi puntando su tecnologie innovative come la telemedicina.

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