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Martedì, 23 Aprile 2024
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Covid-19, l'innovativo progetto di ricerca per migliorare le capacità predittive sulla malattia

Dalla collaborazione tra Università di Padova, Fondazione Tes, Ospedale di Treviso e Avis: grazie a uno strumento tecnologico all'avanguardia verrà studiata la “memoria immunologica innata”

Dalla collaborazione tra Università di Padova, Fondazione Tes, Ospedale di Treviso e Avis Provinciale Treviso nasce un progetto di ricerca per migliorare le capacità predittive sul Covid-19.

“Memoria immunologica innata”

Perché l’infezione del virus SARS-CoV-2 può essere fatale, grave, lieve o asintomatica? La ricerca sarà possibile grazie a un innovativo strumento, il “BD Raphsody™”, acquistato da Fondazione Tes e già consegnato all’Ospedale di Treviso, mentre Avis Provinciale Treviso finanzierà i materiali di consumo. I mesi scorsi hanno evidenziato che la reazione di ciascun paziente è fortemente diversificata e dipende da molti fattori tra i quali età, sesso, patologie pregresse. Ma molti studiosi suggeriscono che un fattore determinante sia la cosiddetta “memoria immunologica innata”, ovvero la capacità di difesa naturale di ogni individuo. Conoscere questo meccanismo permetterebbe di migliorare le capacità prognostiche sul decorso di ogni malato e curare tempestivamente i soggetti più a rischio, ovvero affrontare con maggior preparazione i prossimi mesi e la recrudescenza dell’infezione che molti studiosi prevedono per il prossimo autunno.

Il progetto

Con queste finalità è appena partito un nuovo progetto di ricerca in collaborazione tra il Dipartimento di Scienze del Farmaco e il Dipartimento di Neuroscienze- Sezione di Anatomia Umana Normale dell’Università di Padova, Tes- Fondazione per la Biologia e la Medicina della Rigenerazione e l’Unità Operativa Complessa di Medicina trasfusionale di Treviso. Il progetto è finalizzato allo studio di alcune popolazioni di monociti e linfociti NK che, garantendo una protezione aspecifica nei confronti dell’infezione COVID-19, possono essere utili indicatori per identificare una condizione soggettiva di maggiore o minore suscettibilità al virus SARS-CoV-2.

Dichiarazioni

La prof.ssa Rosa Di Liddo, Dipartimento di Scienze del Farmaco, che porta avanti il progetto insieme al Prof. Andrea Porzionato e Prof. Raffaele De Caro del Dipartimento di Neuroscienze- Sezione di Anatomia Umana Normale dell’Università di Padova, spiega: «L’innovatività del progetto proposto da Università di Padova, Ospedale di Treviso, Fondazione TES e Avis Provinciale Treviso risiede nell’analisi multiomica in singola cellula che lo strumento BD Raphsody™ System potrà garantire per la caratterizzazione dei meccanismi di difesa aspecifica nei confronti di COVID-19. In particolare, tale tecnologia consentirà in modo efficiente e flessibile di studiare contemporaneamente sia le proteine di superficie che il profilo di espressione genica di monociti e linfociti NK prelevati da soggetti convalescenti e naive. I dati ottenuti da questo studio multiparametrico saranno condivisi con la comunità scientifica per la definizione di nuove strategie di controllo dell'epidemia di Covid-19». Aggiunge il Prof. Pierpaolo Parnigotto, Direttore Scientifico di Fondazione Tes: «Dal 2006 Tes, Fondazione per la Biologia e la Medicina della Rigenerazione, collabora con Università di Padova, Avis e le strutture sanitarie regionali ed extra-regionali, per progetti di ricerca che continuano a raccogliere importanti riscontri dalla comunità scientifica internazionale. Tra i progetti avviati più recentemente, vi sono uno studio sulla cura dell’Emofilia A mediante trapianto di cellule staminali, in collaborazione con il SIT di Castelfranco Veneto (UOC Medicina Trasfusionale Treviso), e uno sulla Malattia Minima Residua dei pazienti emato-oncologici, sempre in collaborazione con Ospedale di Treviso. Questo nuovo progetto sul Covid-19 potrà aprire nuove prospettive per affrontare l’attuale pandemia mondiale».

Commenti

Commenta la dott.ssa Arianna Veronesi, Direttore UOC Medicina Trasfusionale Treviso - AULSS 2 Marca Trevigiana: «Lo studio ha come finalità l’identificazione di indicatori prognostici di evoluzione di malattia relati al virus SARV-CoV-2. In relazione ai nuovi biomarcatori ci si augura che si possa comprendere in maniera più approfondita e dettagliata sia l’eziopatogenesi che la progressione di malattia. L’utilizzo di Rhapsody™ System ci permetterà di analizzare campioni biologici “ad hoc” di una popolazione cellulare responsabile dell’immunità naturale innata, esposta al virus e successivamente guarita». Afferma Vanda Pradal, Presidente Avis Provinciale Treviso, sul sostegno dell’Associazione alla ricerca: «Ricerca e sperimentazione sono il vero investimento di una società. Come Avis Provinciale Treviso insieme a molte realtà del nostro territorio abbiamo deciso da tempo di impegnarci supportando la ricerca scientifica e, con una delibera votata all’unanimità dal consiglio direttivo e dall’assemblea del 2018, è stato istituito a bilancio un fondo che ora verrà devoluto al progetto di ricerca “Rhapsody™”. Sostenendo lo studio promosso della Fondazione Tes, dall’Università di Padova e dall’Ospedale di Treviso, l'Avis esprime con un gesto concreto solidarietà e vicinanza alle comunità. Siamo felici e orgogliosi di essere parte di questo progetto scientifico finalizzato a trovare soluzioni efficaci per contrastare una situazione senza precedenti che ha richiesto grandi sforzi al nostro sistema sanitario e ci ha messo a dura prova sotto il profilo emotivo».

Avis

Anche Avis Nazionale esprime il suo favore attraverso il suo Presidente Dott. Giampietro Briola: «L’iniziativa promossa dalla Fondazione Tes potrà essere, in un periodo come questo, uno strumento in più in mano alla ricerca per trovare un’ulteriore soluzione contro il Covid-19. Esplora un terreno interessante e affascinante a partire dalla specificità e singolarità di ciascuno. Da sempre la nostra Associazione è vicina alle realtà impegnate nella ricerca scientifica; l’attività dei donatori rappresenta un patrimonio di tutti i malati e i cittadini ed è per questo che, grazie al sangue e al plasma, siamo disponibili ad operare per trovare cure e farmaci salvavita. In un periodo in cui ognuno di noi è chiamato a dare il massimo per aiutare chi ha più bisogno, questo progetto assume un valore ancora più importante e, come presidente Nazionale di Avis, sono onorato di sostenerlo».

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