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«L'onda di piena non è ancora arrivata, ma siamo pronti a fronteggiarla»

Conferenza stampa congiunta di Ulss 6 Euganea, Azienda Ospedaliera di Padova e Iov: «86 Comuni su 102 nel territorio padovano con casi di Coronavirus. E chi non rispetta l'isolamento domiciliare attenta alla salute altrui»

L'Ulss 6 Euganea ha organizzato - tramite una diretta sulla propria pagina Facebook - una conferenza stampa congiunta con lo Iov - Istituto Oncologico Veneto e l'Azienda Ospedaliera di Padova per fare una panoramica complessiva sull'emergenza Coronavirus a Padova e provincia.

Domenico Scibetta

Domenica Scibetta, direttore generale dell'Ulss 6 Euganea: «Oggi uscire di casa senza un validissimo motivo è come giocare con la roulette russa. Dovete restare a casa, perché con la salute non si scherza. Siamo in grado di prevedere come si svolgerà quest'onda epidemica studiando i dati, e l'onda di piena non è ancora arrivata del tutto quindi non possiamo rilassarci un solo istante. L'ospedale di Schiavonia viene destinato solo ed esclusivamente ai malati di Coronavirus, e quindi abbiamo e stiamo riorganizzando tutti gli altri ospedali per adeguarci all'emergenza. La scelta della Regione Veneto di fare i campioni a tappeto è molto ma molto importante. Stiamo verificando a tappeto anche le aziende tramite lo Spisal per verificare che i dipendenti lavorino in completa sicurezza per preservare la propria salute. Bisogna rispettare l'isolamento domiciliare, è inaccettabile e intollerabile che ci sia chi non lo rispetta attentando così alla salute altrui. Ci sono 86 Comuni su 102 nel territorio padovano con casi di Coronavirus. Un'organizzazione seria e responsabile come la nostra deve prevedere tutte le casistiche, e quindi abbiamo previsto che nel caso estremo venissero individuati e adeguati sin da subito presidi dismessi come l'ex ospedale di Monselice, dove la protezione civile ha lavorato giorno e notte per ripristinare l'efficienza. Speriamo che non venga effettivamente riattivato, ma in caso contrario siamo pronti».

Luciano Flor

Luciano Flor, direttore generale dell'Azienda Ospedaliera di Padova: «Ci siamo subito attivati per ospitare i malati di Coronavirus gravi. L'ospedale funziona come se fossimo nel mese di agosto, con la riduzione di servizi legati alla minor richiesta di prestazioni. Basti pensare che siamo scesi da circa 300 persone al pronto soccorso in una giornata normale alle attuali 120-130 in media. Ci sono state giornate in cui sono arrivate anche 450 persone tra malati e controlli in relazione al Coronavirus. Nella giornata di ieri abbiamo fatto 2.000 tamponi. Noi dentro all'ospedale abbiamo casi singoli di medici o infermieri positivi ma senza "focolai". Abbiamo l'insidia dei positivi asintomatici, e questa campagna dei tamponi a tappeto ci sarà di grande aiuto. Siamo preoccupati ma ancora in grado di prevedere e programmare grazie anche alle misure restrittive prese, che ci stanno dando una mano. Il mio ringraziamento sincero e di cuore va a tutto il personale medico-sanitario. Siamo partiti con la sperimentazione del nuovo farmaco, destinato a uno specifico target di pazienti: i primi benefici si potrebbero valutare dopo quattro giorni, ora siamo solo al secondo giorno di sperimentazione».

Giorgio Roberti

Giorgio Roberti, direttore generale dello Iov - Istituto Oncologico Veneto: «La collaborazione coi miei colleghi è con la Regione è massima, la macchina funziona e viene continuamente aggiornata a seconda dell'evoluzione della situazione. Ringrazio anch'io tutto il personale per l'impegno straordinario, la competenza e la dedizione. Allo Iov abbiamo un triage dedicato, l'andamento è controllato e anche gli accompagnatori capiscono con grande civiltà la situazione. A tutti i pazienti viene inoltre consegnata una mascherina chirurgica. Sono in corso anche i tamponi a tappeto per tutto il personale dell'istituto».

Paolo Fortuna

Paolo Fortuna, direttore dei servizi sociali dell'Ulss 6 Euganea: «La situazione nelle casa di riposo è delicata, perché ospitano circa 5.000 anziani e se si dovessero ammalare avrebbero un impatto importante sul sistema sanitario. È fondamentale mantenerli sani, per questo gli operatori sono altamente sorvegliati per prevenire l'insorgere di nuovi casi e le visite agli ospiti dei parenti sono state ridotte o addirittura bloccate per evitare i contagi. Nella casa di riposo di Merlara ci sono 61 ospiti positivi su 70, e quindi è la situazione che al momento ci preoccupa di più. Ci sono poi altri casi singoli in altre case riposo ma sotto controllo».

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