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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Covid, Crisanti e Azienda ospedaliera litigano ancora: «I suoi studi assolvono i test rapidi»

Dall'azienda arriva una dura posizione contro il "loro" microbiologo: Forzati accostamenti con le linee Oms. Lo studio non è stato pubblicato su Nature, ma su Nature Communications, voce rispettabile ma non autorevole

Crisanti contro Azienda Ospedaliera. La storia continua. Il nuovo studio pubblicato dal microbiologo sull'uso dei test rapidi per contenere l'epidemia Covid viene letto come un'assoluzione dai vertici: «Dopo le revisioni vede cancellato il collegamento fra test antigenici e presunto aumento della mortalità in Veneto. Viene ridata finalmente dignità alle scelte e sacrifici di migliaia di medici, infermieri, esperti» si legge in una nota.

La tesi

«Contrariamente a quanto annunciato, lo studio non è stato pubblicato sulla maggiore rivista Nature, bensì su Nature Communications: una rispettabile voce, ma dall'impact factor di valore 1. Evidentemente - sostiene l'azienda - tema e qualità del lavoro non hanno potuto assurgere alla pubblicazione più autorevole» provoca l'azienda, per cui Crisanti comunque continua a lavorare. «Resta evidenziato dallo studio il valore dei test antigenici, specie per esigenze di sanità pubblica, secondo quanto indicato dall'Oms e riportato da una molteplicità di lavori scientifici, per una diagnosi tempestiva che ha la capacità di interrompere la trasmissione».

La polemica

«Sparisce del tutto la correlazione tra l'utilizzo di test antigenici rapidi e la mortalità in Veneto, con particolare riferimento alle case di riposo - continua la nota - .Partendo da quest'assunto, volendo mettere in collegamento lo studio con le analisi e le decisioni assunte dal Veneto, fra le quali la seguente azienda, come forzatamente fatto dallo stesso Prof. Crisanti, non si può non rilevare che: la ricerca su Nature Communication cita come faro le linee guida dell'Oms redatte nell'ottobre 2021, andando però ad accostarle al periodo (ed alle decisioni sanitarie) adottate nella prima fase dell'emergenza, nel 2020. Anno nel quale le linee guida dell'Oms, diramate nel mese di settembre, erano ovviamente differenti e alle quali correttamente si sono attenuti scrupolosamente tutti gli attori della sanità del Veneto (come peraltro le altre Regioni italiane ed i maggiori Paesi dell'Ue). Questo forzato accostamento appare quantomeno come una strana dimenticanza da parte degli autori».

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