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Martedì, 23 Aprile 2024
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Covid: Vo' un anno dopo

Da Municipio di Vo' collegamenti in videoconferenza con il Municipio di Codogno e con i protagonisti di un anno che nessuno mai potrà dimenticare, da Zaia a Crisanti

C'è anche la famiglia di Adriano Trevisan, il settantasettenne di Vo' che il 21 febbraio 2020 viene ucciso dal virus. E' la prima vittima italiana da Coronavirus. E' stato ricordato lui e tutto quel che ne è suguito, con la chiusura del comune che diventa zona rossa insieme a dieci comuni lombardi. Dal Municipio di Vo' collegamenti in videoconferenza con il Municipio di Codogno e con i protagonisti di un anno che nessuno mai potrà dimenticare: dal Presidente della Regione, Luca Zaia al Sindaco Giuliano Martini fino al Professor Andrea Crisanti. 

Il video della giornata con le parole del sindaco

Zaia

"Grazie per la sofferenza che avete sopoportato, non avrei mai pensato di aver vissuto un incubo tale. Mai avrei pensato - ha detto Zaia durante il collegamento - di firmare un'ordinanza che chiude i confini comunali, con militari in tuta mimetica. Non potrò mai dimenticarmi della telefonata in cui si annunciava il primo malato di Covid in Veneto, il signor Armando Trevisan, che poi fu il primo morto. Il 21 febbraio mi sono recato all'Ulss di Padova, e da lì è partito tutto, decisi autonomamente fare tamponi, anche contro chi sedeva al tavolo, anche agli asintomatici».I ll Presidente ha poi aggiunto: «Questa tragedia ha colpito la nostra comunità, ha conosciuto una mortalità drammatica, terapie intensive e ospedali pieni poi vuoti, operatori della sanità eccezionali, e volontari. Ancora oggi non possiamo abbassare la guardia, le condizioni del Veneto sono buone, ma il virus c'è ancora. La vera partita è quella delle varianti, delle mutazioni. Dobbiamo puntare tanto sulle vaccinazioni, vera via d'uscita. Le pandemie se ne vanno, oggi a differenza di altre pandemie storiche siamo fortunati ad avere strumenti che nella storia non ci sono stati».

Crisanti

Il professor Crisanti ha usato parole di grande elogio per la comunità di Vo', in particolare per i suoi cittadini più piccoli: «E' stato commovente vedere come i bambini di Vo' abbiano partecipato allo studio sul Covid, consapevoli della sua importanza, e anche le loro famiglie. Nessuno studio al mondo ha permesso di analizzare più di 300 bambini, che hanno contribuito ad aumentare le conoscenze, unico modo per uscire da questa situazione. Il senso civico degli abitanti Vo' e le competenze dell'Università di Padova hanno portato un contributo incredibile alla conoscenza della dinamica di trasmissione del virus. Abbiamo trasformato una decisione unica ed estemporanea della Regione in conoscenza scientifica. Dopo aver fatto tanti tamponi abbiamo imparato che una grossa percentuale delle persone positive erano asintomatiche, che i bambini non si infettavano, permettendo così di tenere le materne e le elementari aperte, che uno degli ambienti di maggiore trasmissione sono famiglie e Rsa. Un'altra cosa è che dopo il secondo campionamento, che ha permesso di scoprire altri 6/7 casi prima sfuggiti, non c'è stato praticamente nessun caso di trasmissione. E' una lezione che è difficile da traslare a livello nazionale, ed è un peccato».

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