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Terremoto al Bo, si è dimesso il professor Andrea Crisanti: «Ora libero di reagire»

Il microbiologo ha inviato una Pec alla rettrice Mapelli la notte di San Silvestro. Negli ultimi mesi gli attriti per lo stipendio e i battibecchi con Palù. La decisione legata all'inchiesta sui tamponi, che preannuncia una nuova battaglia con Zaia

Andrea Crisanti lascia il Bo. Il microbiologo ha inviato una Pec il 31 dicembre alla rettrice Daniela Mapelli, con cui ha comunicato la scelta di dimettersi da professore ordinario di Microbiologia. Lo scienziato del Covid e dei tamponi di Vo, diventato poi opinionista di fama internazionale, era in aspettativa da settembre, dopo essere stato eletto parlamentare nelle fila del Pd. La sua decisione provocherà inevitabilmente dibattiti e polemiche, sia perchè arrivano dopo il suo ingresso in politica, ma soprattutto perché da tempo è nemico giurato del presidente del Veneto, Luca Zaia. Una decisione arrivata prorio alla luce delle ultime intercettazioni legate all'inchiesta sui tamponi, che vedono coinvolto il "doge": «Voglio essere libero di prendere ogni decisione che mi riguarda nell’ambito dell’inchiesta, senza creare imbarazzi all’Università da una parte e senza sentirmi condizionato dall’altra. Anche perché sto valutando l’eventuale rilevanza penale di intercettazioni riguardanti alcuni colleghi docenti. Continuerò l’attività scientifica e di ricerca con eventuali collaborazioni con altri centri» le sue parole.

Le ultime vicende

Crisanti ricopriva quel ruolo dal 2019. Aveva sostituito Giorgio Palù, con cui negli anni ha avuto poi molti battibecchi (Palù lo ha definito «zanzarologo» e ultimamente Crisanti lo ha marchiato come «irresponsabile» dopo che aveva definito ormai endemico il Covid). Tutto questo aveva contribuito a lasciare strascichi anche dentro l'Università. Negli ultimi mesi, infatti, era entrato in contrasto con l'Azienda Ospedaliera per via dello stipendio (Crisanti sosteneva il diritto di continuare a percepire il compenso da medico, malgrado l’aspettativa ottenuta per esercitare l’attività politica) e sulla partecipazione a una commissione dell’ateneo di Padova, chiamata a selezionare il vincitore di un concorso nell'ambito di una procedura comparativa, finita poi con l'esclusione di Crisanti e di chi ne aveva denunciato l'incompatibilità. Poi la rinuncia allo stipendio e ora le dimissioni, ancora tutte da chiarire. Comunque stiano le cose, Padova perde in anticipo un pezzo da novanta. Via per entrare in Senato, sarebbe andato in pensione nel 2024.

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