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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Crisanti: «Investire in tecnologie che individuano il virus. Ci costa certo meno del lockdown»

«Guardando i numeri dei Paesi vicino a noi, viene da pensare che avremo problemi con il coronavirus non a ottobre-novembre, come si era ipotizzato, ma già alla fine di agosto»

«Guardando i numeri dei Paesi vicino a noi, viene da pensare che avremo problemi con il coronavirus non a ottobre-novembre, come si era ipotizzato, ma già alla fine di agosto». A parlare è il professor Andrea Crisanti, ordinario di microbiologia all’Università di Padova. E si sa, quando parla il professore non sono mai parole banali.

Europa

Crisanti ha rilasciato un’intervista al quotidiano romano Messaggero. Si dice poco convinto dei dati diffusi da alcuni Paesi europei: «Prima di tutto, sorge anche qualche dubbio: in Italia abbiamo molti casi in meno degli altri Paesi europei, forse non stiamo effettuando i tamponi alle persone giuste. Ma non voglio per forza essere pessimista, magari siamo più bravi, più efficaci nell’isolare i focolai. Comunque sia, sarebbe utile conoscere le ragioni della differenza dei nostri dati con quelli degli altri Paesi».

Proposta

La proposta del professore è chiara: «Bisogna fare un investimento importante per organizzare una reale macchina della prevenzione che consenta di eseguire i tamponi alle frontiere, magari concentrandoci su chi arriva da aree a rischio. Io penso ai tamponi molecolari più affidabili, anche se c’è da aspettare 24 ore. Inoltre, serve un’azione di tracciamento reale di chi entra in Italia».

Seconda ondata

Il professore poi si spinge in quella che è una previsione: «Mi sembra evidente che avremo una fine dell’estate molto impegnativa. Cercherei di implementare il sistema di tracciamento del percorso di chi entra in Italia. Questa è la prima cosa. E poi tamponi. D’altra parte due sono le cose: o ti chiudi dentro una bolla, ma è impossibile, oppure fai un investimento senza precedenti sull’informatica e sui macchinari per fare tamponi, bisogna investire su qualsiasi tecnologia che permetta di identificare chi arriva con il virus. Costerà molti soldi, ma come ho già detto altre volte ricordiamoci sempre quanto ci è costato il lockdown…".

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