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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Crisi aghana: il Pd porta in consiglio comunale la "mozione accoglienza"

Anche il consiglio degli studenti chiede all'Università di aiutare i giovani afghani

Il gruppo consigliare del Partito Democratico di Padova, in risposta ai numerosi e accorati appelli verso il popolo afghano, ha depositato una mozione di solidarietà e con la richiesta di atti significativi da parte dell'amministrazione nei confronti delle persone in fuga dall'Afghanistan.

Mozione

La mozione da una parte chiede che il Comune di Padova si attivi con forza presso le istituzioni europee e nazionali per attivare iniziative concrete a favore dei civili, donne e bambini in particolare e, dall'altra, di mettere in atto tutte le iniziative possibili coinvolgendo enti e altre altre istituzioni del territorio per prestare la giusta attenzione delle persone provenienti dal martoriato Afghanistan. «In questi giorni di sgomento e senso di impotenza, era necessario reagire e dare un segnale: noi ci siamo - così Margherita Colonnello, prima firmataria - i nostri cellulari di consiglieri hanno squillato in continuazione per i messaggi preoccupati dei nostri concittadini, segno che la la città di Padova, tradizionalmente vocata alla pace e alla solidarietà, vuole dare il suo contributo anche in questo drammatico frangente». A sollecitare la redazione della mozione, sono intervenute anche le Democratiche di Padova. «Come democratiche sentiamo il dovere di farci portavoce dei diritti dei più deboli e in particolare delle donne e bambine afghane -  afferma Fiorella MOnsellato, portavoce - assistiamo con dolore alle scene di oscurantismo che provengono dall'Afghanistan e pretendiamo che sia garantita la massima sicurezza alle donne che in questi anni si sono impegnate per l'affermazione dei diritti civili e sociali nel loro paese». Anche i segretari del Partito democratico cittadino e provinciale, Davide Tramarin e Vittorio Ivis appoggiano l'iniziativa: «In questo momento qualsiasi forma di aiuto nei confronti della popolazione afgana deve essere la priorità per il nostro Paese. Per tale obiettivo riguardo il PD ha avviato una campagna di raccolta fondi che saranno devoluti alle ong e agli enti impegnate sul fronte umanitario afgano. "Il PD sarà al fianco di sindaci, associazioni, territori e tutti coloro che si metteranno a disposizione per aiutare il popolo afgano. Anche nei nostri territori, non deve prevalere odio e razzismo; le città si rendono più forti, libere, sicure e giuste accogliendo». 

Consiglio studenti

Anche in ambiente universitario ci si interroga su quanto sta accadendo dopo la presa del potere da parte dei talebani. «Se fossi nata in Afghanistan ora sarei in preda alla paura» comincia così l’appello che la Presidente del Consiglio degli Studenti Emma Ruzzon ha voluto pubblicare nei social «è passata ormai una settimana dalle tragiche scene a cui abbiamo assistito inermi e scioccati dai nostri telefoni, eppure non è stato fatto ancora nulla», dichiara la Presidente. «Se fossi nata in Afghanistan sarei passata dall’essere studentessa e donna a vedere la mia identità completamente annullata. Sarei stata espulsa dalla mia Università; sarei stata licenziata; non sarei più uscita di casa senza un accompagnatore di sesso maschile e ogni manifesto ritraente un volto femminile sarebbe stato strappato, annullato come tutte le donne” e rincara sulla responsabilità delle istituzioni tutte “Gli afghani hanno già pagato a caro prezzo i danni di decenni di politiche imperialiste perpetrate dagli Stati occidentali e ora, nel momento del bisogno, questa tragedia sembra non toccarci. Se l’Europa è davvero patria dei diritti come si vuole sempre definire, è giunto il momento di dimostrarlo: creiamo corridoi umanitari, accogliamo e aiutiamo il popolo afghano costretto ad abbandonare la propria terra e smettiamo di nasconderci dietro messaggi di cordoglio e solidarietà che lasciano il tempo che trovano». La Presidente conclude l’appello con un’accorata richiesta all’Università di Padova: «Spero che anche il nostro Ateneo possa cogliere questo appello: 'Universa Universis Patavina Libertas' recita il motto della nostra Università, che dalla sua fondazione ad oggi si è sempre schierata a favore dei più deboli e a difesa della propria libertà accademica. Oggi, come Ateneo, abbiamo ancora una volta la possibilità di fare una scelta di parte, aiutando migliaia di giovani afghani a fuggire dalla propria terra e a ricostruire qui il proprio futuro: agiamo ora, prima che sia troppo tardi». 

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