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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Oltre 15mila test salivari per il personale Unipd: il bilancio dei primi due mesi e mezzo di screening

Concordato con l’Autorità Sanitaria Regionale e predisposto dall’Ateneo, il programma si basa sull’adesione volontaria

L'Università di Padova ha messo a disposizione di tutto il personale sia docente che tecnico-amministrativo, su base volontaria, test salivari rapidi per la diagnosi di Sars-Cov2 con analisi molecolare in laboratorio.

Unipd

Afferma il rettore Rosario Rizzuto: «Il test salivare che stiamo effettuando, a ciclo quindicinale, su docenti e dipendenti, sta avendo un tasso di adesione che va oltre ogni aspettativa. Si tratta di un test che mette insieme il vantaggio della non invasività, visto che il prelievo si può facilmente fare da soli, a casa, con la precisione scientifica dell’analisi molecolare di laboratorio. La saliva, infatti, è il campione d’elezione per la trasmissione del contagio a livello di carica virale. Un servizio in più a disposizione della grande comunità d’Ateneo per monitorare l’evoluzione di una pandemia che, come vediamo quotidianamente, continua a propagarsi. I risultati ottenuti, ormai al quarto ciclo di test, hanno permesso di individuare casi di positività e di constatare l’assenza di focolai all’interno dell’Università di Padova: segno che misure di prevenzione e attenzione ai comportamenti hanno portato un reale effetto di contenimento del contagio. Con il contributo della Regione Veneto, che finanzia l’analisi, possiamo così continuare a testare uno dei massimi campioni statistici casuali a livello nazionale, con decine di migliaia di test».

I dati

Spiega il prof Mario Plebani, direttore Medicina di Laboratorio dell'Università di Padova: «Dall’inizio dello screening l’8 ottobre fino a oggi sono stati effettuati 15.454 campioni su oltre 4.000 dipendenti testati ogni 15 giorni. Di questi, 48 sono risultati positivi a Sars-CoV2, tutti confermati al tampone naso-faringeo molecolare. La prevalenza di positività ha raggiunto il picco massimo fra la fine di ottobre e la prima metà di novembre registrando uno 0,48%. Dalla seconda metà di novembre è pari a circa lo 0,28%»

Come funziona

L’attività di screening, che segue il protocollo sviluppato e validato dall’equipe del Professor Mario Plebani, è stata concordata con l’Autorità Sanitaria Regionale e ha un’affidabilità equivalente a quella del tampone naso-faringeo. L’utilizzo della saliva come campione sostitutivo nasce da considerazioni fisiopatologiche legate alla concordanza dei risultati ottenuti sui due diversi campioni (saliva e tampone nasofaringeo) utilizzando come metodo di rilevazione la tecnica molecolare (rRT-PCR). Il vantaggio del prelievo salivare, a parità di accuratezza diagnostica, è di eliminare i tempi di attesa legati alla raccolta del tampone nasofaringeo e di dare la possibilità di un «autocampionamento» in condizioni di estrema sicurezza. In sintesi, i dipendenti dell’Ateneo di Padova ricevono un kit contenente una provetta per la raccolta della saliva, un’etichetta con codice a barre, e il documento con le procedure per scaricare il risultato online; nel giorno previsto, al mattino e prima di fare colazione, raccolgono il campione che consegnano sul posto di lavoro, presso uno dei punti predisposti, e ricevono la risposta entro 24 ore. L’esame è semplice ed eseguibile comodamente a casa o in un luogo tranquillo di preferenza. Dopo aver lavato le mani, bisogna masticare per circa 1 minuto una “salviette” da riporre poi nell’apposita bustina. Il programma, attivo da ottobre, si inserisce in un progetto di "sorveglianza attiva" che mira a isolare e contenere i contagi, consentendo la mappatura all’interno dell’Università.

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