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Giovedì, 25 Aprile 2024
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"Vogliamo accedere agli atti di chi ci ha declassato": Cda del Teatro Stabile all'attacco

Riunitosi a Padova, il consiglio d'amministrazione non molla: "La solidarietà delle istituzioni ci spinge a rilanciare e ampliare il nostro progetto"

"Il Consiglio di Amministrazione del Teatro Stabile del Veneto, che si è riunito informalmente stamane a Padova, ribadisce la richiesta di accesso agli atti della Commissione che si è assunta la grave responsabilità di declassare il teatro pubblico del Veneto": inizia così il lungo comunicato che funge tanto da resoconto dell'incontro odierno quanto da 'cassa di risonanza' per la decisione presa dalla Commissione Teatri del Ministero dei Beni e della Attività Culturali e del Turismo.

"Urge riscrivere una legge incompiuta"

Una riflessione è stata avviata per verificare le possibilità e le conseguenze di un eventuale ricorso alla magistratura amministrativa. “Siamo consapevoli - ha dichiarato il Presidente Angelo Tabaro - che sarebbe un atto gravido di conseguenze per tutto il comparto, ma ribadiamo la volontà, comune a quella degli Assessori regionali alla Cultura del Triveneto, espressa in un comunicato della loro Conferenza permanente tenutasi ieri e che ringraziamo per la loro solidarietà, a partecipare alla riscrittura di una legge a ora non compiuta”.

"Tavolo di confronto con Regione e Comune"

Il CdA ha quindi dato mandato al Presidente Tabaro, al Vicepresidente Beltotto e al Consigliere Oss Noser di verificare la possibilità di trovare soluzioni alternative che contribuiscano a ritrovare il filo di un dialogo con le strutture tecniche del Ministero, con l’obiettivo di restituire a circa sette milioni di cittadini italiani che vivono nel Nordest, la sensazione di non essere emarginati dal flusso dei contributi dello Stato, necessari per la vita di questo teatro e di tutti i teatri. “In questo senso - ha sottolineato Franco Oss Noser - appare necessario aprire un tavolo di confronto con la Regione del Veneto e con i Comuni di Padova e di Venezia per verificare le conseguenze di un possibile taglio delle risorse, che avrebbe esiti inevitabili sulla programmazione, sul rapporto con gli spettatori, sul percorso culturale avviato quattro anni fa e che aveva portato a indiscutibili e positivi risultati”.

"Rilanciamo il nostro progetto"

“La solidarietà di tutte le istituzioni - ha ricordato il Vicepresidente Giampiero Beltotto - pure di quelle non coinvolte direttamente, in particolare del Presidente del Senato, del Presidente della Regione, degli assessori competenti e di decine di parlamentari, oltre a quella dei Sindaci di Padova e di Venezia che si sono immediatamente mobilitati in favore del Teatro Stabile, ci spinge a rilanciare il nostro progetto, anzi ad ampliarlo: i cavilli burocratici non devono fermare un percorso di crescita che proprio in questi giorni vede aprirsi delle possibilità di dialogo concreto e costruttivo con altre città del Veneto che vogliamo entrino a far parte della famiglia del Teatro Stabile”. Il CdA quindi si impegna a presentare ai propri Soci, alle istituzioni nazionali, regionali e locali, alla famiglia del teatro Veneto, e ai possibili investitori privati, in un incontro pubblico aperto a tutti che si svolgerà a Verona entro la prima metà di giugno, il proprio disegno per il prossimo futuro, una progettualità che riteniamo indispensabile per ristrutturare la presenza nel Nordest di un teatro pubblico e privato al servizio del pubblico e della cultura.

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