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Desiderio Milch e Paolo Levi, nel giorno della Memoria l'omaggio a due ebrei padovani

Prima davanti al Bo, poi in Via dei Fabbri, la cerimonia per la posa di due pietre di inciampo dedicate a due ebrei padovani uccisi ad Auschwitz

Non solo passato, nel giorno in cui si ricorda la pagina più buia del secolo che ci siamo lasciati alle spalle. Se la shoa è qualcosa da non scordare perché ciò che è stato, si sa, se non viene rammentato, è un attimo che si perda, che si cancelli. Per questo, nel discorso di apertura per le celebrazioni del giorno della memoria, il primo cittadino di Padova ha fatto riferimento al grave fatto accaduto giusto due giorni prima a Livorno.«Sono rimasto scosso, l’altro giorno - dichiara di fronte a una attenta platea nel cortile di Palazzo Moroni, il Sindaco di Padova, Sergio Giordani - leggendo del bambino dodicenne, vicino a Livorno, insultato e coperto di sputi da due ragazzine poco più grandi di lui solo perché ebreo. "Devi bruciare nei forni", l’agghiacciante frase che gli hanno ripetuto più volte. Non dobbiamo criminalizzare nessuno, ma non possiamo certamente derubricare un episodio come questo a semplice ragazzata e noi come adulti, come comunità, dobbiamo capire cosa c’è nella testa di quelle due quindicenni e purtroppo non solo nella loro perché le tracce di un antisemitismo, e di una violenza e di una nostalgia per quegli anni bui, emergono troppo spesso nella nostra società».

Prima davanti al Bo, poi in Via dei Fabbri, la cerimonia per la posa di due pietre di inciampo dedicate a due ebrei padovani uccisi ad Auschwitz, Desiderio Milch e Paolo Levi. Di quest'ultimo si sapeva davvero poco fino a che, nel 2021, grazie un dipinto è emersa la sua drammatica storia. Paolo Shaul Levi, nato nel 1904, era uno studioso  dai vasti interessi culturali: scriveva recensioni sulla rivista "Israel", ed era un punto di riferimento intellettuale per la Comunità Ebraica. La sua carriera scolastica era stata brillante ed era culminata con una laurea in Giurisprudenza conseguita a soli 22 anni, alla quale tuttavia non seguì mai l'abilitazione ufficiale all'avvocatura. Di giustizia, nel senso più alto del termine, si occupò per tutta la vita: ripetutamente internato dopo la promulgazione delle leggi razziali, si era adoperato per il miglioramento delle condizioni di prigionia di tutti i detenuti. Era anche omosessuale, in un periodo storico in cui la diversità era nemica della vita sociale. Levi venne arrestato per l'ultima volta nel dicembre del 1943, quindi deportato ad Auschwitz nello stesso treno e nello stesso vagone di Primo Levi. Dopo l'arrivo nel campo di sterminio molto probabilmente venne subito mandato nelle camere a gas.

Alla cerimonia, che è poi terminata al Tempio dell'Internato Ignoto a Terranegra con la deposizione di una corona di alloro e a seguire consegna da parte del Prefetto e delle medaglie d'onore ai deportati e agli internati nei lager nazisti. Presenti la più alte cariche militari e diversi sindaci della provincia. 

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