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Il direttore generale di Etra sul "corvo": «Quelle lettere hanno ferito tante persone, nostro dovere tutelarle»

Il direttore generale di Etra, Domenico Lenzi: «Nell'ultima lettera c'erano riferimenti a persone facilmente distinguibili e individuabili. Quel testo è finito sulla pagina di un utente Fb che lo ha reso pubblico. A quel punto non potevamo tacere, proprio per difendere questi lavoratori»

Una vicenda sulla quale si sarebbe volentieri soprasseduto se non fosse stato che proprio Etra ha fatto uscire una nota stampa sulla questione. Le lettere, tredici, inviate ad amministratore pubblici, giornalisti e a chi lo sa chi, erano sempre passate sotto silenzio e invece in quest'ultimo caso, amministratore delegato e presidente della partecipata hanno deciso di rispondere per le rime. Tutto assolutamente legittimo ma col rischio di dare autorevolezza a chi invece si nasconde dietro l'anonimato. 

Lenzi

Così siamo stati nella sede di Vigonza di Etra a confrontarci con il direttore generale di Etra, Domenico Lenzi, sulla vicenda del "corvo". Giornalisticamente è sempre così stato definito chi, da dentro un ente, un'azienda, un ministero, utilizza il metodo delle lettere anonime per gettare discredito su qualcuno. Speriamo non ce ne voglia il pennuto. 

Politica

Facciamo notare la cosa a Lenzi, che è un po' la scorciatoia per farci dire se ha idea di chi possa essere l'anonimo autore, dando, noi, per scontato, che sia uno che a Etra ci lavora. «Non ne ho assolutamente idea - replica reattivo il direttore generale - non lo posso escludere ma tutto può essere». Già dalla prima risposta, non ci aspettavamo certo ci dicesse "so chi è, è quella persona lì", l'impressione è di essere di fronte a una figura che sa dove si trova. Una osservazione che è stata infatti sollevata è che Lenzi, venendo da fuori ed essendo qui da soli due anni, il direttore generale è toscano e propio da una partecipata della sua regione arriva, forse non conosce bene le dinamiche, anche politiche, che ruotano attorno a Etra. «Guardi, io sono sempre stato abituato a confrontarmi con sindaci e con amministratori locali, di tutti i colori. Se in Toscana prevale un'area politica e qui un'altra, cambia poco rispetto a come ci si rapporta. E se ci sono dei problemi siamo soliti affrontarli con i diretti interessaati in maniera trasparente».

Trasparenza

Quest'ultimo aggettivo ci fa intuire che questa vicenda delle lettere anonime, tredici, intrise di pettegolezzi, maldicenze, velate minacce e tutto il peggio che si può immaginare da chi agisce nel buio dell'anonimato, lo infastidisce non poco: «E' una vigliaccheria agire così, gettando qui e lì accuse che, guardi, sono mal riposte. Perché se andiamo a osservare nello specifico le cose a cui l'autore (o gi autori, chi lo sa, n.d.r. ) fa riferimento, non trovano mai riscontro». Ci guardiamo bene dal farlo perché la metà dei contenuti delle lettere riguardano la vita privata di tante persone. Mai nominate, ma cosa fa peggio delle allusioni?

Fb

Quindi perché un'azienda come Etra si è presa il disturbo di legittimare un calunniatore addirittura rispondendogli nel merito e quindi rischiando di dargli credito e peggio ancora, legittimarne l'azione, è presto detto: «Questa volta, in questo caso specifico, nella lettera c'erano riferimenti a persone facilmente distinguibili e individuabili. Quel testo è finito sulla pagina di un utente Fb che lo ha reso pubblico. A quel punto non potevamo tacere, proprio per difendere questi lavoratori». Lenzi commenta un paio di cose che il "corvo" mette in evidenza nelle sue lettere: «Il riferimento al fatto che assumiamo persone prevalentemente da un certo Comune, quello di Borgoricco, è facilmente riscontrabile, non ci sono segreti. E ci si rende conto che è una critica che non ha senso. E' facile da fare se si vuole, la verifica. Questo come anche verificare tutto il resto, come il discorso delle assunzioni e tutto il resto. Qui si seguono le regole, sfido chiunque a dimostrare il contrario». Inconsciamente siete voi che avete trascinato la stampa in questa vicenda, se non gli aveste risposto forse sarebbe finita lì, come le altre volte, facciamo notare nuovamente. Lenzi torna sulla questione e la spiega come meglio non si può: «Si sono toccate persone fragili, fili, persone invalide. Siamo un'azienda di più di mille persone, chi viene qui lo fa per guadagnarsi onestamente lo stipendio. Queste lettere su alcune persone hanno avuto effetti negativi, difendere queste persone è un obbligo morale».

Corvo

Il "corvo" è entrato non solo negli affare dell'azienda ma anche nell'intimità delle persone: «Questa escalation di vigliaccheria, possiamo definirla così, ha fatto arrabbiare molti di noi e così abbiamo deciso di rispondere direttamente». Ci riproviamo: è qualcuno che lavora qui, secondo voi, facendo sottintendere che ci sembra la cosa più probabile: «Qui ci sono un sacco di persone in gamba. Alcune già c'erano, altre sono arrivate da poco. Tantissime, validissime. E' un fatto spiacevole che mai mi era capitato». Pensa che dietro ci possa essere la politica? O almeno che c'entri in questa questione? «Sinceramente proprio non lo so. Vedremo se uscirà qualcosa dalle indagini della Procura». 

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