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Soffre di disturbi gastrointestinali il 30% della popolazione, i medici: «Non vanno sottovalutati»

«Molti sintomi gastrointestinali vengono considerati spesso come naturali accompagnatori della vita di ciascuno di noi quando invece andrebbero affrontati e risolti» sostiene la dottoressa D'Incà

Il Covid ha fatto breccia presentandosi, almeno nella fase iniziale del contagio, anche con sintomi extrarespiratori come possono essere i problemi digestivi che hanno inciso almeno per un 12% nel complesso della popolazione. I sintomi che maggiormente sono stati osservati sono la riduzione dell’appetito, la modificazione del gusto, la nausea, il vomito e la diarrea con relativo coinvolgimento del tratto digestivo. 

I disturbi

«Abbiamo notato che i sintomi digestivi - segnala Renata D'Incà, specialista in gastroenterologia ed endoscopia digestiva, docente all'Università di Padova e componente dell'equipe di specialisti di Kinesis Medical Center, la struttura poliambulatoriale di strada Battaglia, Centro Diemme, ad Albignasego - durante la fase acuta della pandemia spesso hanno anticipato quelli respiratori e se ciò ha comportato talvolta qualche incertezza nella diagnosi contribuendo alla potenziale diffusione del virus, per un altro verso hanno concentrato l'attenzione su una patologia troppo spesso trascurata. Molti sintomi gastrointestinali vengono considerati spesso come naturali accompagnatori della vita di ciascuno di noi quando invece andrebbero affrontati e risolti». Filippo Ercolino, amministratore di Kinesis Medical Center e presidente del Gruppo Sanità e Salute dell'Ascom Confcommercio di Padova, aggiunge: «Per molti mesi le strutture ospedaliere non hanno potuto effettuare visite ambulatoriali se non per pazienti urgenti e questo ha comportato un sensibile aumento delle liste d’attesa e lo stesso vale per gli interventi chirurgici maggiori che sono stati differiti quando potevano comportare un accesso in rianimazione, costantemente occupata dai malati Covid. Questo significa che il mancato riconoscimento di una patologia importante quali sono i disturbi digestivi, non affrontata perché "accantonata" causa pandemia, avrà effetti importanti considerato quel 30% di popolazione che ne soffre».

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