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Divise con la scritta «Sono qui per te», Uil: «Salvaguardare la dignità di lavoratori e lavoratrici»

La Uil ha chiesto al gruppo Aspiag il ritiro delle divise che hanno scatenato le proteste di lavoratori e lavoratrici per le frasi sessiste ricevute da alcuni clienti

La lettera della Uil al gruppo Aspiag è stata spedita il 7 dicembre. La richiesta è il ritiro della nuova divisa con la scritta «Sono qui per te», considerata lesiva della dignità dei dipendenti.

Il fatto

«Siamo stati i primi a segnalare le proteste dei dipendenti per le frasi sessite che ricevevano da quando è arrivata la nuova divisa» ha puntualizzato Massimo Zanetti, segretario provinciale Uil. La responsabile del Coordinamento Pari Opportunità di Uil Veneto Padova, Paola Pomarico, e il  segretario provinciale della UilTucs, Fernando Bernalda, hanno chiesto al gruppo Aspiag, con lettera formale del 7 dicembre 2021, di  ritirare la nuova divisa. «Apprendiamo dai media che l'amministratore delegato Montalvo di Aspiag Service si è reso  disponibile a ritirare le divise e ci aspettiamo una conferma ufficiale da parte dell'azienda in risposta alla nostra rivendicazione di salvaguardia della dignità delle lavoratrici e dei lavoratori ed  eliminando, inoltre, anche la differenza nelle divise tra donne e uomini, in quanto alle donne  spetterebbe una bustina tipo “infermiera anni '40” mentre agli uomini un cappellino con visiera – dicono i sindacalisti – Le parole “Sono qui per te” veicolano un messaggio ammiccante e ambiguo perchè suggeriscono una disponibilità che esula dalle prestazioni lavorative contrattuali ed effettivamente  così è accaduto nel momento in cui la clientela si è sentita autorizzata a molestare e mettere in  difficoltà le lavoratrici, che si sono trovate inermi a gestire una situazione fortemente lesiva della  loro dignità, senza armi per difendersi, in quanto svantaggiate nei rapporti di forza nel loro ruolo di  dipendenti educate al rispetto dei clienti. Uil Veneto Padova e UilTucs presumono che il gruppo Aspiag non avesse intenzione di ledere la  dignità delle lavoratrici e con il ritiro di queste divise, riproponendole eventualmente con una frase  diversa che comunque sottolinei la disponibilità dell'Azienda verso la propria clientela e non delle  lavoratrici/lavoratori in quanto persone, dimostrerebbero il rispetto della dignità dei propri  dipendenti che non devono sentirsi bersaglio di frasi poco educati nei loro confronti proprio sul  posto di lavoro e che dovrebbe essere uno degli obiettivi dell'azienda».

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