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Dmitrii Pavlenko, il subacqueo senza arti che scende in profondità ad Y-40

L'atleta di origini russe è stato protagonista di un documentario della tv berlinese Ruptly nella piscina da record a Montegrotto Terme: la sua storia e la sua vicenda

Dmitrii Pavlenko Дмитрий Павленко è un uomo russo (o meglio un Superuomo) che, nel corso di un addestramento militare, è sopravvissuto ad un'esplosione di una granata, ma ha perso entrambe le braccia e le gambe. Ha iniziato ad immergersi 2 anni fa con la moglie Olga Bobrova Ольга Боброва e si è trattato della prima volta che ha toccato l'acqua dopo il suo incidente.

Le riprese del documentario

Con il suo istruttore, Dmitry Knyazev Дмитрий Князев, si è immerso nel Mar Rosso, nel Mar Nero e in molti laghi russi. Nel corso di questa settimana, sono stati con un secondo istruttore, Konstantin Ermakov, ad Y-40 The Deep Joy, la piscina più profonda del mondo, per scoprire anche queste profondità. In questo contesto è stato ripreso ed intervistato dalla tv berlinese Ruptly che coadiuvata dalla produzione veneziana Etimo Production ha girato un documentario su di lui. «Y-40® The Deep Joy è protagonista di molti progetti Dive for all dedicati ai diversamente abili – spiega l’architetto Emanuele Boaretto – ed è stata progettata fin dal principio per saper accogliere tutti coloro che desiderino immergervisi, dall’attrezzatura meccanica per raggiungere la vasca a quella subacquea una volta all’interno. Questo documentario con Dmitrii ci ha emozionato moltissimo, ma soprattutto ha illustrato fino a dove si siano riuscite a spingere le nuove tecnologie adottate dalla subacquea, rendendo di fatto gonfiabile il jacket predisposto all’assetto in immersione attraverso particolari leve, utilizzando una maschera a copertura completa del viso che consente al subacqueo di compensare lungo i cambi di pressione in discesa, nonché la muta personalizzata dotata di velcri per fissare il computer subacqueo e le speciali alette che consentono a Dmitrii di nuotare e muoversi agevolmente e soprattutto in maniera indipendente. È stato un onore per noi averlo qui, a dimostrazione del fatto che la subacquea è davvero per tutti».

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