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«Quante cicatrici ci possono stare dentro a un sorriso?»: Enrica e il tumore al seno raccontato sui social

Enrica fotografa le sue giornate e le descrive: la scoperta del cancro, la sala operatoria, le quattro ore sotto i ferri, la chemioterapia, il suo seno “nuovo”, le fette biscottate con marmellata di mirtilli, la pastasciutta al pomodoro, la torta di compleanno, la compagnia del suo cane, le pedalate in cyclette, le vacanze al mare

La foto di lei con la mascherina rosa: «Oggi c’è chi parte, chi torna, chi va al lavoro. Io vado allo Iov». La foto del tatuaggio impresso sulla sua spalla sinistra: «Siamo un miracolo che deve esplodere». La foto del suo compleanno: «La verità è che l'Istituto Oncologico Veneto ti fa compiere ancora gli anni». Scatti di vita vissuta, in salute e in malattia, postati su Instagram: sono quelli di Enrica, 34enne padovana residente ad Abano Terme, che ha scelto la condivisione social per «tenere testa a un ospite indesiderato». Il suo motto di donna e di blogger: «Orna il mondo di bellezza, e spandi gioia».

La scoperta

«Un anno fa facevo la mia annuale ecografia, poi iniziò il tornado: mi sembra di aver fatto mille chilometri a piedi in salita». La diagnosi: carcinoma infiltrante maligno al seno. «Fu un fulmine a ciel sereno. Non avendo familiarità - racconta Enrica - posso dire che quell’annuale ecografia cui mi sottoponevo per piccole cisti mi ha salvato la vita. Fu come salire su un treno in corsa e concentrarsi solo ed esclusivamente sullo stare meglio. Una volta ripresa dall’intervento di mastectomia con espansore, ho ricevuto la notizia che avrei dovuto sottopormi alla chemioterapia. Ero triste, preoccupata, arrabbiata. Decisi così di raccontare la mia storia utilizzando i social, e questo mi ha aiutato moltissimo. Coniai l’hashtag #stepbystep, e “passo dopo passo”, appunto, mi distraevo e mi sfogavo raccontando i miei giorni allo Iov, il conto alla rovescia per la fine delle sedute di chemio, la scommessa con i miei globuli bianchi. Grazie alla scrittura ho conosciuto donne che hanno vissuto la stessa esperienza e tante altre persone che aiutano noi donne “in rosa”, come psicologhe, fisioterapisti, chirurghi che condividono informazioni preziose, buone informazioni che spesso, nello stravolgimento che porta la malattia, si perdono per strada».

Enrica

Enrica fotografa le sue giornate e le descrive: la scoperta del cancro, la sala operatoria, le quattro ore sotto i ferri, la chemioterapia, il suo seno “nuovo”, e ancora: le fette biscottate con marmellata di mirtilli, la pastasciutta al pomodoro, la torta di compleanno, la compagnia del suo cane, le pedalate in cyclette, le vacanze al mare. Piccole, grandi, indescrivibili gioie del quotidiano. Perché dopo il tornado, tutto cambia: «Mi resi conto che i miei racconti suscitavano delle domande e il regalo più bello fu quando alcune ragazze mi scrissero che, dopo aver letto i miei pensieri, avevano prenotato una ecografia al seno. Quando ti succede di vivere una tale avventura, nasce il desiderio che nessuno, dopo di te, riceva una brutta notizia come quella di un tumore al seno o “ospite indesiderato” come lo chiamo io. Vorresti essere l’ultima paziente che si accomoda sulla poltrona della stanza rosa per la chemio, vorresti consolare chi non riesce a sorridere mentre attende nei corridoi dello Iov e vorresti evitare a chiunque la snervante attesa di un referto istologico. Consapevole del desiderio utopico, continuo a raccontare, rido di me alle volte. Le cicatrici saranno sempre lì ma… quante cicatrici ci possono stare dentro un sorriso? Chiamo il mio nuovo seno con un nomignolo buffo, Wanda e, lo ammetto, condividere la mia storia e sapere di aver sensibilizzato qualche donna, mi fa sentire più leggera, un po’ più guarita! E’ un po’ come quella bella frase sui viaggi: “Non si torna mai uguali a prima”. Identica, solo che non ci sono panorami mozzafiato, ma un “wow, come cavolo ho fatto fino ad ora?”. E non lo sai: questa è la magia!”. Un giorno qualcuno mi disse: “Non serve fare ancora ecografie. Sai che sei fatta così, sei giovane” – Ho disubbidito. E sono qui a raccontarlo!».

Iov

Sottolinea Patrizia Benini, direttore generale dello Iov - Irccs: «In questo “Ottobre rosa”, mese tradizionalmente dedicato alla prevenzione del tumore al seno vogliamo lanciare ancora una volta alla popolazione un messaggio di sensibilizzazione, ed Enrica contribuisce, con la sua testimonianza condivisa sui social network, a far capire quanto importante sia sottoporsi a periodici controlli. La prevenzione deve occupare sempre un posto d’onore nella nostra vita”.

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