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La richiesta di Fise: «Allevare e lavorare con equidi sono attività agricole»

In Veneto i cavalli sono oltre 23.000 sui circa 500.000 a livello nazionale e la regione, secondo i dati aggiornati a ottobre scorso dell’anagrafe equidi, è la settima in Italia con 31.258 esemplari tra cavalli, asini, muli, bardotti e zebre

La Federazione Italiana Sport Equestri (Fise) del Veneto chiede al Parlamento, dopo il protocollo d’intesa firmato a fine anno con Confagricoltura, attenzione e operatività sulla proposta di legge depositata alla Camera "Disciplina dell'ippicoltura e delega al Governo per l'adozione di disposizioni volte allo sviluppo del settore", volta a considerare sia l’allevamento di equidi, e i diversi mestieri che ruotano intorno al mondo equestre, attività agricole a tutti gli effetti, sia chi le esercita alla stregua di un imprenditore agricolo, con la conseguente applicazione delle disposizioni fiscali e previdenziali di cui gode quest’ultimo settore. 

La proposta di legge

La proposta di legge presentata a giugno 2020, la cui parte legislativa è seguita da Silvia Marchetti, direttrice di Confagricoltura Veneto, è attualmente all’esame della Commissione agricoltura della Camera. In Veneto i cavalli sono oltre 23.000 sui circa 500.000 a livello nazionale e la regione, secondo i dati aggiornati a ottobre scorso dell’anagrafe equidi, è la settima in Italia con 31.258 esemplari tra cavalli, asini, muli, bardotti e zebre, mentre Fise Veneto conta 15.000 associati su 170.000 in Italia. «Con questi numeri possiamo ben capire il potenziale di sviluppo di questo settore, se solo fossero snellite e sostenute una serie di attività fondamentali che ne limitano la crescita - dice la presidente della Fise regionale Clara Campese - Il protocollo firmato con Confagricoltura Veneto vuole essere solo il primo di successivi passi che siamo determinati a compiere, per integrare una serie di attività legate al mondo equestre, sia sportivo sia amatoriale, a quello agricolo. In regione sono molti i centri ippici, gli agriturismi e le fattorie sociali che utilizzano i cavalli come perno di numerose attività collegate non solo allo sport ma anche al turismo equestre, al benessere della persona e alla didattica. Con le modifiche del disegno di legge depositate, e al quale noi abbiamo dato un contributo informativo e di cooperazione in quanto esperti nel settore equestre, si snellirebbero molte procedure e numerose attività avrebbero significative agevolazioni di cui c’è profondo bisogno per fare sì che questo comparto prenda il volo. Chiediamo al Governo di dedicare attenzione a questa proposta e che la Camera ricalendarizzi il provvedimento nelle prossime settimane». 

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