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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Femminicidio, Zaia: «Allo sgomento devono seguire i fatti»

«La brutalità, come nel caso di Vicenza, lascia sempre sgomenti, ma lo sgomento, dopo le parole, deve trovare risposta nei fatti. E’ questa la scelta che abbiamo operato in Veneto, approvando, tra aprile e maggio, un Piano Antiviolenza sulle donne dotato di 3,3 milioni di euro di finanziamenti e una vasta e articolata rete di assistenza e difesa, sparsa sul territorio»

Nota della Regione Veneto, che è intervenuta su un tema di scottante e drammatica attualità, la violenza di genere. In particolare il Presidente Zaia si è espresso con queste parole: «La brutalità, come nel caso di Vicenza, lascia sempre sgomenti, ma lo sgomento, dopo le parole, deve trovare risposta nei fatti. E’ questa la scelta che abbiamo operato in Veneto, approvando, tra aprile e maggio, un Piano Antiviolenza sulle donne dotato di 3,3 milioni di euro di finanziamenti e una vasta e articolata rete di assistenza e difesa, sparsa sul territorio». Parole pronunciate nel giorno in cui l’Assessore alla Sanità e Sociale presenta in Consiglio una relazione sulle attività messe in atto l’anno scors«Occorre difendere le donne – prosegue il Presidente Zaia – e formare, anche se pare impossibile nel terzo millennio, una reale cultura del rispetto della donna, partendo dai ragazzi e, nel frattempo, garantire un porto sicuro alle ragazze e alle madri vittime di violenza che, purtroppo, accade in gran parte tra le mura famigliari o all’interno di rapporti di coppia. Con le nostre decisioni intendiamo attuare azioni che possano incidere profondamente sul presente e sul futuro di tante ragazze, donne, madri, mogli, che si trovano a vivere un’esperienza devastante».

Piano

«Il Piano 2022 del Veneto - fa notare l’Assessore alla sanità – è estremamente articolato e contiene numerose linee d’intervento, fermo restando che la realtà ci sta dimostrando come si debba tentar di fare ancora di più, sempre di più, anche sul piano culturale come elemento di prevenzione. Il Piano prevede iniziative per superare le difficoltà connesse all’emergenza Covid e sostenere la ripartenza sociale ed economica delle donne nel loro percorso di fuoriuscita dal circuito di violenza; rafforzamento dei servizi pubblici e privati attraverso interventi di prevenzione, assistenza, sostegno e accompagnamento delle donne vittime di violenza; interventi per il sostegno abitativo, il reinserimento lavorativo e l’accompagnamento nei percorsi di fuoriuscita dalla violenza; azioni per migliorare la capacità di presa in carico delle donne migranti anche di seconda generazione vittime di violenza; progetti rivolti anche a donne minorenni vittime di violenza e a minori vittime di violenza assistita; azioni di formazione, comunicazione e informazione; programmi rivolti agli uomini maltrattanti, anche a seguito dell’emanazione di linee guida nazionali. A tutto questo aggiungiamo una rete antiviolenza composta da più di 90 strutture per aiutare le donne che vanno dagli sportelli antiviolenza fino alla disponibilità di residenze a indirizzo protetto».

Cav

Attualmente in Veneto sono operanti 26 centri antiviolenza (CAV) e 38 sportelli dedicati; complessivamente 64 punti di ingresso a cui le donne possono rivolgersi. La rete comprende, poi, 28 case rifugio per un totale di 76 camere. Queste ultime sono residenze a cui la donna può ricorrere, anche in compagnia di figli minori, e interrompere il rapporto violento conducendo una vita in sicurezza. «Tra le case rifugio 16 sono di tipo A ossia ad indirizzo segreto – aggiunge l’Assessore – Tutta la rete è in linea con un’offerta vasta che per essere sempre più performante conta su un valido coordinamento. Anche per questo assume notevole rilevanza il Tavolo di Coordinamento Regionale per la Prevenzione e il Contrasto alla Violenza Contro le Donne, insediatosi il febbraio scorso per riunire rappresentanti di tutti gli enti istituzionali, come quelli locali, le Prefetture, le Forze dell’Ordine, l’Ufficio Scolastico, l’ANCI, l’Università, le istituzioni sanitarie e sociosanitarie e anche la Corte d’Appello». La rete delle strutture è territorialmente distribuita nei territori provinciali. A Padova sono presenti 8 case rifugio, nel padovano 5 Centri Anti Violenza (Cittadella, Rubano, Piove di Sacco, Padova, Este) e 7 sportelli (Camposampiero, Vigodarzere, Abano Terme, Cadoneghe, Conselve, Montagnana, Solesino); Rovigo 2 (Adria, Lendinara).

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