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Padre per via naturale dopo aver sconfitto un tumore testicolare: la storia di Alberto

La storia del 35enne, padre del piccolo Riccardo, aiuta a riflettere sull’importanza della prevenzione andrologica e lancia un messaggio di speranza a tutti coloro che stanno affrontando la malattia

«Mio figlio è un dono e diventare papà è un’emozione indescrivibile». Alberto Sandonà stringe tra le braccia il piccolo Riccardo, venuto al mondo tre mesi fa. Un tumore scoperto a 27 anni, l'asportazione di un testicolo, due cicli di chemioterapia, non gli hanno impedito di coronare il suo sogno.

Testimonianza

È il marzo 2013 quando Alberto, residente a Cadoneghe, a seguito di una serie di visite ed esami di controllo, viene preso in carico dall'Istituto Oncologico Veneto. A soli 27 anni, la diagnosi è di tumore al testicolo ad alto rischio, per il quale è indicata la chemioterapia. Prima di iniziare le cure, gli oncologi indirizzano il giovane uomo alla crioconservazione del seme. Il Centro di Crioconservazione dei Gameti Maschili dell’Azienda Ospedaliera - Università di Padova, diretto dal professor Carlo Foresta, rappresenta un passaggio fondamentale per preservare la fertilità maschile dei pazienti che hanno urgenza di iniziare terapie oncologiche. I trattamenti medici e chirurgici, infatti, rischiano di inibire in maniera transitoria o definitiva la fertilità. Di lì a poco Alberto si sottopone allo IOV all’asportazione di un testicolo e a due cicli di chemioterapia. «La malattia - racconta Alberto - ha segnato in maniera indelebile la mia esistenza. Grazie all'appoggio e al sostegno dei medici e degli infermieri dello Iov sono riuscito a trovare la forza dentro di me per guardare avanti con fiducia. Ricordo le parole rassicuranti del dottor Umberto Basso, direttore dell’Oncologia 3, quando mi ha spiegato che ne sarei uscito e che dovevo considerare quel periodo come un'occasione per pensare a me stesso. Come, ad esempio, leggere un libro e riflettere. Con la flebo al braccio mi sono scoperto a pensare: se ne esco vivo, voglio migliorare la mia vita. E così è stato. Accanto a me c’è sempre stata Martina, il mio grande amore, assieme abbiamo superato tanti momenti difficili». Nel 2015 Alberto cambia lavoro, lascia il posto da magazziniere e diventa promotore finanziario. Nel 2019 sposa Martina e a fine dicembre 2020 nasce Riccardo. Un anno per molti difficilissimo diventa per lui memorabile. «Mio figlio - continua Alberto - è un dono e diventare papà è un'emozione indescrivibile. Alla fine, il piccolo Riccardo è arrivato naturalmente: una normalità speciale e preziosa, come un sogno che si avvera». Oggi il trentacinquenne sta bene ed è in follow-up allo IOV, sottoponendosi periodicamente a controlli. «Agli uomini consiglio di metter da parte l'orgoglio e di rivolgersi sempre al proprio medico in caso di dolori o problemi. A Padova abbiamo un’eccellenza come l’Istituto Oncologico Veneto: nulla è impossibile, se si può contare sulla competenza, professionalità e umanità degli specialisti».

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Iov

Sottolinea il direttore generale dello Iov - Irccs, Patrizia Benini: «In occasione, domani, della Festa del Papà, abbiamo voluto dare voce ad Alberto che oggi ha 35 anni ed è padre. Raccogliere la sua testimonianza significa per noi far riflettere sull'importanza della prevenzione andrologica e lanciare un messaggio di speranza a tutti coloro che stanno affrontando la malattia. Lo IOV si occupa di persone, non di malattie: abbiamo scelto questo papà e la sua storia personale a lieto fine per celebrare la festa di tutti i papà che lavorano nei nostri reparti, nelle corsie, nei day hospital, negli ambulatori di Padova e Castelfranco, per stringerci attorno ai papà che sono nostri pazienti, a quelli che lo sono stati, e quelli che grazie alle nostre cure, un giorno potranno diventarlo». L’Istituto Oncologico Veneto lavora affinché i pazienti possano realizzare le loro aspirazioni, proseguendo la vita nel migliore dei modi, oltre al dolore e oltre la malattia. «Le nostre armi - spiega il DG Benini - sono percorsi diagnostico-terapeutici di alto livello, uniti alle nuove frontiere della ricerca». Il gruppo dedicato al trattamento medico delle principali patologie del tratto genito-urinario afferisce all'Unità Operativa di Oncologia 1, diretta dalla dottoressa Vittorina Zagonel. Afferma il dottor Marco Maruzzo, responsabile del gruppo: «È importante tener presente che, di fronte a patologie che possono minare la fertilità, si riesce a trovare una risposta nella crioconservazione dei gameti e nei controlli periodici. Il nostro team multidisciplinare non si occupa solo di analizzare i risultati di esami diagnostici, ma soprattutto prende in carico le persone nella loro globalità ed aiuta, quando possibile, anche a realizzare i propri sogni».

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