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FESTA DELLA REPUBBLICA

Festa della Repubblica, Giordani ai giovani: «Prendetevi il vostro spazio. Lottate come i vostri nonni»

Diversi riferimenti anche alla guerra: «Siamo al fianco del popolo ucraino. Non li lasceremo soli»

Non ci sono state le bandierine tricolore, ma la cerimonia del 2 giugno è finalmente tornata ad essere aperta al pubblico. Oggi in piazza dei Signori c'è stata la classica sfilata della festa della Repubblioca, con tutte le autorità presenti e molta gente accalcata alle transenne per assistere. Subito dopo è seguita la cerimonia di premiazione.

Giordani

«Saluto le autorità civili, militari e religiose e i cittadini presenti oggi qui in Piazza dei Signori per celebrare la Festa della Repubblica. Oggi sono passati 76 anni da quel 2 giugno del 1946, nel quale gli italiani scelsero la Repubblica  con un voto, al quale per la prima volta parteciparono anche le donne. Una scelta che guardava al futuro del nostro Paese, appena uscito dal ventennio fascista e dai lutti e dalla devastazione della guerra. Donne e uomini che avevano vissuto quegli anni bui, che avevano visto cadere parenti e amici, ma che in gran numero avevano deciso di imbracciare le armi per porre fine alla dittatura nazifascista, volevano finalmente girare pagina. C’era la voglia di immaginare, ma soprattutto di realizzare con uno sforzo collettivo mai visto prima,  un futuro nuovo di democrazia, pace e benessere per tutti. Dobbiamo ringraziare quegli italiani, nostri nonni o genitori, che hanno costruito l’Italia che oggi conosciamo. Abbiamo il dovere di conoscere la loro scelta, i loro sforzi, gli ideali ai quali si sono ispirati e che sono tutt’oggi a fondamento della nostra Repubblica. Stiamo vivendo un periodo storico di grande incertezza che solo pochi anni fa non avremmo mai immaginato. Dopo decenni di crescita economica e di pace gli ultimi  anni sono stati scossi da crisi finanziarie, dalla pandemia e adesso dalla guerra di aggressione che la Russia ha messo in atto contro l’Ucraina. E se qu.esto già non bastasse, ci dobbiamo misurare con un’emergenza climatica ed ambientale che non è più possibile ignorare e una accelerazione dell’innovazione digitale  che non ha precedenti. Sono temi che riguardano tutto il mondo, oramai strettamente interconnesso, ma che chiedono anche al nostro Paese una risposta efficace e rapida. Abbiamo resistito alle crisi finanziarie, abbiamo domato il coronavirus, dobbiamo ora porre fine a una guerra alle porte dell’Europa che è tanto sanguinosa quanto insensata. Sinceramente non credevo che avremmo assistito nuovamente -a poche centinaia di chilometri da qui - a una guerra d’aggressione di uno Stato nei confronti di un altro Stato sovrano a lui vicino, con modalità che ricordano tragicamente quelle delle guerre mondiali del secolo scorso. Siamo vicini al popolo ucraino che combatte per difendere la propria indipendenza e libertà. Sono orgoglioso di come i padovani abbiano accolto e sostenuto i profughi ucraini che, soprattutto nelle prime settimane, di guerra hanno trovato rifugio nella nostra città e in provincia. Non li lasceremo soli. Sarà difficile, ma bisogna far tacere le armi e avviare un  serio confronto diplomatico che ristabilisca il diritto internazionale. Non vi nascondo la preoccupazione che le conseguenze di questa guerra tocchino anche l’Italia e la nostra comunità. Il costo dell’energia fuori controllo, la carenza di materie prime in molte industrie, un’inflazione mai così alta dall’introduzione dell’euro, con un conseguente aumento dei prezzi anche dei generi di prima necessità rischia di penalizzare soprattutto le categorie più deboli e fragili. Non possiamo rimanere a guardare. Sarebbe esagerato e fuori misura, paragonare la situazione attuale a quella postbellica, ma oggi come allora siamo attraversiamo un momento delicato di crisi e cambiamento che chiede a tutti un supplemento di responsabilità e impegno I primi a doverlo fare, siamo noi amministratori pubblici, che rappresentiamo tutti voi cittadini e che da voi abbiamo ricevuto un mandato. E’ il momento di guardare al bene collettivo, al dialogo e al confronto per superare una fase difficile del nostro Paese. Si dice che i momenti di crisi sono quelli nei quali  si trovano le forze e le risorse per costruire un nuovo futuro Questo è uno di questi momenti. Abbiamo l’occasione e anche la necessità di ammodernare il nostro Paese e di indirizzarlo verso un futuro che abbia basi solide. Non dobbiamo limitarci a mettere in sicurezza l’esistente Cogliamo l’occasione di risolvere una buona volta alcuni nodi che non riusciamo da tempo a sciogliere. Il lavoro è uno di questi. Non basta ricordare che la la nostra Repubblica è fondata sul lavoro, come è scritto nella Costituzione. Dobbiamo assicurarlo, questo lavoro, a chi oggi lo cerca e non lo trova, anche se le imprese lamentano ogni giorno la scarsità di manodopera. E’ evidente che c’è qualcosa che non funziona. Dobbiamo assicurarlo alle donne e ai giovani che più di altri faticano a trovarlo.   E deve essere un lavoro dignitoso, e adeguatamente retribuito. Ed è proprio ai giovani che mi voglio rivolgere in chiusura di questo intervento. La qualità della vostra formazione è sempre più alta, la vostra conoscenza del mondo sempre più ampia.  Siete curiosi, attenti, informati. Eppure avete ragione quando ci dite che per voi non c’è spazio, che vi sentite tagliati fuori dalle decisioni che vi riguardano e che coinvolgono il vostro futuro. Questa è una delle cose che dobbiamo cambiare. Perciò vi chiedo di non rinunciare a rivendicare il vostro posto in questo Paese che avete il diritto di volere diverso e migliore. Siete voi che avete capito benissimo quanto sia importante l’ambiente e la sostenibilità, che da nativi digitali intuite a pelle le enormi potenzialità  delle rivoluzione digitale, che potere ridisegnare il nostro Paese. E’ il vostro momento, vi riconoscete nei valori di democrazia, libertà e pace che hanno trasformato un’Italia piegata dalla guerra in uno dei Paesi più apprezzati al mondo, ma giustamente volete dire la vostra e cambiare uno status quo che vi vede penalizzati. Abbiate la stessa voglia di superare le difficoltà e gli ostacoli che hanno avuto i vostri nonni 70 anni fa e portate  questo Paese nel futuro. Sarà un’avventura bellissima di cui potrete essere orgogliosi. La Repubblica siamo noi, la Repubblica siete voi».

Medaglie ex Internati

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