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San Valentino in chiaroscuro per il florvivaismo, pesa il caro energia

Il settore ha registrato rincari fino ad un +80% rispetto allo stesso periodo del 2021. Da considerare anche l'aumento dei prezzi di concimi e piccole piante

Sarà una festa di San Valentino in chiaroscuro per il florovivaismo padovano per l’aumento dei costi della corrente, con rincari fino ad un +80% rispetto allo stesso periodo del 2021. Oltre che per l’incremento dei prezzi dei vassoi in polistirolo per piantine (+60%), concimi per le orticole solubili (+30%) e granulari (+80%), piccole piante (+20%) e dei trasporti (almeno 20 euro in più a carrello). Si tratta dei dati principali di uno studio sullo stato dell’arte del settore, a cura di Cia Padova. 

Lo studio

«Siamo in forte crisi - sottolinea Erri Faccini, responsabile dell’associazione Florovivaisti italiani del Veneto – Ci appelliamo alle Istituzioni affinché ascoltino le nostre istanze e prendano immediatamente le dovute contromisure. Non siamo nelle condizioni di aspettare ulteriormente». Il comparto, inoltre, sta riscontrando molte difficoltà nel reperire manodopera di qualità: «Gli storici operai specializzati, provenienti da Romania e Moldavia, si stanno spostando verso la Francia e la Germania poiché in quei Paesi i contributi vengono riconosciuti direttamente in busta paga, che risulta dunque più pesante. Se a tutte queste problematiche aggiungiamo le tasse e gli imprevisti, di qualsiasi natura, ecco che rischiamo davvero di lavorare perdita. Occorre invertire il trend subito, altrimenti assisteremo alla chiusura di tante attività florovivaistiche». Per quanto riguarda i numeri, la provincia di Padova si conferma la prima del Veneto. A tale proposito i dati diramati da Veneto Agricoltura, alla luce di uno specifico report del Servizio fitosanitario regionale, mostrano però un quadro con molte luci, ma altrettante ombre. In cima alla classifica il comune di Saonara, con 70 attività su un totale di 436 censite a livello provinciale (737 gli ettari vocati nel padovano a florovivaismo). Registrato un calo del 2% dei garden. Distinguendo tra i diversi aggregati produttivi, il più numeroso è quello del vivaismo ornamentale, nel quale è impegnato l’88,4% delle aziende. A seguire il settore orticolo (34,3% delle imprese) e il frutticolo (14,6%). Risultano in crescita i garden che si occupano di bonsai e di piante grasse (+50%). «La rosa che troviamo nelle fiorerie, simbolo per eccellenza di San Valentino, oggi non è più un’eccellenza nazionale – spiega Cia Padova - Viene coltivata nei Paesi extra Unione Europea, a scapito non solo delle nostre aziende locali, ma anche della sostenibilità globale. In occasione del 14 febbraio ci auguriamo che gli innamorati, e non, prediligano i fiori made in Italy. Solamente così si riuscirà a dare un minimo di respiro alla filiera, che sta attraversando una congiuntura critica. È sempre più difficile competere con l’estero: riescono a proporre prodotti a minor prezzo, ma che neanche lontanamente raggiungono i nostri elevati standard di qualità. I produttori italiani – conclude Cia Padova – continuano infine a soffrire, oltre che per gli aumenti dei costi dell’energia, pure per le restrizioni fitosanitarie, attualmente le più severe d'Europa». 

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