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«Bisogna fare di Padova una città accogliente e vivibile»: la "ricetta" di Patrizio Bertin (Ascom)

«Qualità ed equilibrio: è ciò che dovremo cercare di perseguire per una città come Padova, che rischia un impoverimento provocato, da un lato, da nuovi stili di vita e, dall'altro, dall'economia digitale che ha creato problemi al nostro sistema distributivo basato su un pluralismo a trazione familiare»

«Qualità ed equilibrio: è ciò che dovremo cercare di perseguire per una città come Padova che, non dissimilmente da altre di pari e maggiori dimensioni, rischia un impoverimento provocato, da un lato, da nuovi stili di vita e, dall'altro, dall'economia digitale che - va oggettivamente ammesso - ha creato problemi al nostro sistema distributivo basato su un pluralismo a trazione familiare che, in qualche maniera, con le difficoltà connesse al passaggio generazionale, presentava già di suo delle difficoltà»: inizia così il lungo e articolato intervento di Patrizio Bertin, presidente provinciale di Ascom Confcommercio, sulla Padova del futuro. 

Patrizio Bertin

Continua Bertin: «A tutto questo dobbiamo aggiungere una certa diminuzione dei residenti che si è accompagnata ad un loro invecchiamento solo in parte corretto dalla presenza degli studenti che, per quanto ci riguarda, rappresentano una componente importantissima non solo sotto il profilo culturale, ma anche sociale ed economico. La pandemia, in questo senso, crediamo (speriamo) ci abbia insegnato qualcosa. Ora, mentre avanzano nuovi parametri del vivere la città, è opportuno interrogarsi sul ruolo delle imprese all'interno di questo nuovo ambiente cittadino che rischia, in assenza di un preciso disegno, di emarginarle. Ben vengano dunque spazi pubblici di qualità come, ad esempio, la ridefinizione dell'ex Valli a San Carlo; ben venga una mobilità sostenibile, che però non può essere solo tram ma deve necessariamente anche comprendere un dettagliato piano del traffico e parcheggi adeguati secondo un disegno non improvvisato; ben venga, infine, tutto ciò che può servire per iscriversi al club delle città "15 minuti" che altro non sono se non città dove servizi ed imprese sono "a portata di mano". Ebbene, una prospettiva di questo tipo, irrinunciabile se non vogliamo cadere nel gioco perverso delle limitazioni degli accessi a strade e piazze alle quali fa giocoforza seguito la desertificazione che, a sua volta, impone azioni di ordine pubblico, deve prevedere un deciso intervento in favore di una salvaguardia delle attività esistenti e di un sostegno di idee e di risorse perchè ne nascano di nuove».

La Padova del futuro

Conclude Bertin: «Confcommercio Ascom Padova, in questo senso, si potrebbe dire abbia un'ormai consolidata tradizione. Dall'asse via Porciglia - Santo (solo in parte attuata), fino al progetto del Fashion District di queste ultime settimane, la nostra associazione ha sempre cercato di portare il proprio contributo forte del fatto di rappresentare quel terziario di mercato (commercio, turismo e servizi) che costituisce una quota largamente maggioritaria del tessuto economico cittadino. Un terziario di mercato che è l'artefice di quel benessere di cui l'intera città beneficia e che adesso chiede gli venga riconosciuto il valore sociale che esprime senza peraltro pretendere di esserne il depositario assoluto. Anzi: è nella collaborazione che in questi cinque anni le categorie economiche hanno saputo tessere all'interno della Camera di Commercio che si è consolidata un'unità d'intenti che nei prossimi cinque anni chiederà che alle parole, ai progetti, alle belle intenzioni, seguano i fatti. La politica, ovviamente, sarà l'interlocutore per programmare e realizzare la crescita, ma i cittadini saranno i giudici nei confronti di scelte che, per quanto ci riguarda, devono avere un unico obiettivo: fare di Padova una città accogliente e vivibile, turisticamente appetibile ma senza gli eccessi di affitti brevi incontrollati; ordinata ma non respingente nei confronti degli studenti; green ma senza pregiudizi; moderna ma senza dimenticare il proprio passato».

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