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Gattamelata: Sgarbi attacca il delegato pontificio, "commissione amatoriale"

Una nota piena di sarcasmo quella del sottosegretario alla cultura che attacca l'iniziativa della Chiesa di istituire una commissione pontificia per valutare le condizioni del Gattamelata di Donatello. Afferma che è un affare di Stato ma non spiega da dove potrebbero arrivare i fondi per restaurarlo

«Mi auguro che l’occasione sia stata tuttavia propizia per offrire ai membri della privata commissione una buona colazione a base di torresani di Torreglia e figassa». La conclusione della nota di Vittorio Sgarbi, con tanto di finale da brividi che lascia spazio a innumerevoli interpretazioni dà la cifra di come ha vissuto questa giornata il sottosegretario alla cultura.

Amatori

L'iniziativa del delegato pontificio di chiamare dei tecnici, tra questi il massimo esperto quando si tratta di questioni legate a Donatello, per valutare lo stato di salute della statua del Gattamelata, non gli è affatto piaciuta. Sgarbi l'ha definita addirittura una «commissione amatoriale» e ha posto un principio sopra tutti: «Il restauro del Gattamelata è una questione di Stato, dello Stato italiano. Nessuna commissione che non sia nominata dallo Stato ha autorità sul restauro. L’intervento sul monumento equestre del Gattamelata dev’essere condotto attraverso la competente Sovrintendenza», ha tuonato.

Soprintendenza

«La Commissione nominata dal delegato pontificio  non può esprimere pareri in materia di restauro e di tutela ,in quanto prerogative della Soprintendenza e del superiore ministero», ha inoltre fatto notare. «Saranno gradite certamente eventuali osservazioni della commissione amatoriale, ma per il restauro di un’opera che è patrimonio dell’umanità è necessario l’intervento diretto e guidato dal Soprintendente che potrà avvalersi delle competenza dell’Icr o dell’Opificio delle Pietre dure». Altro passaggio non da poco è quando quasi mette in ridicolo chi ha convocato questi esperti: « La Commissione convocata in uno sgrammaticato invito, in cui e’ anche indicato un “direttore dei lavori”( quali?), non può sostituire in alcun modo gli istituti dello Stato che hanno competenza diretta ed esclusiva», ha detto senza tanto girarci intorno il vulcanico sottosegretario. «Mi riserverò di fare assistere il Sovrintendente Magani da tecnici di nomina ministeriale che non intendano il restauro come scorciatoia per improponibili copie del grande monumento di Donatello», ha sentenziato. Bisogna poi vedere come la prenderanno Francesco Caglioti, professore ordinario di Storia dell’arte medievale alla Scuola Normale Superiore di Pisa e Maria Donata Mazzoni, già direttrice del reparto Bronzi dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, nel sentirsi definire non idonei a questo tipo di lavoro, per dirla in modo edulcorato.

Soldi

C'è anche un'altra questione da affrontare, quella dei costi. Gli studi e le perizie partite oggi, che sono la parte meno impattante economicamente, ammontano a circa 150mila euro. Anche non sapendolo lo si può intuire guardando l'impalcatura costruita attorno al Gattamelata che è avvolta dal messaggio pubblicitario di una grande azienda. Questo è un lavoro che necessita dell'intervento dei privati e che senza quello sarebbe molto difficile portare a termine questa operazione. Figuriamoci restaurarlo. Quindi rimane indispensabile capire fino a dove quelle di Sgarbi sono osservazioni giuste o pertinenti, seppure colorate, che hanno ragione di esistere anche sotto un aspetto pratico e concreto, quindi la disponibilità e possibilità economica di fare come vuole lui, altrimenti rimangono buone per una polemica fine a sé stessa. 

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