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Pubblicate le graduatorie per l'accesso agli asili nido, 200 bambini rimasti fuori

600 le domande pervenute. In lista d'attesa 93 piccoli e 107 medio grandi. Eppure continuano a chiudere strutture. La protesta del candidato sindaco Luca Lendaro

Sono state pubblicate le graduatorie per gli asili nido comunali per il prossimo anno scolastico. Sono pervenute 600 domande, di cui 274 per i piccoli e 326 per i medio grandi, su 414 posti disponibili. I posti assegnati da graduatoria sono 400 (italiani 318, stranieri 82). Tra le domande presentate 552 sono pervenute da residenti e 48 da non residenti. Rimangono in lista d’attesa 200 bambini di cui 93 piccoli e 107 medio grandi. Ecco dove consultarle: https://www.padovanet.it/informazione/graduatorie-asili-nido-comunali

Lendaro

La denuncia della lista civica Tutta Nostra la Città e del candidato sindaco Luca Lendaro: «Una carenza intollerabile. Cosa ha fatto l’amministrazione comunale per sostenere le famiglie e fronteggiare il calo demografico?» «I 300 posti disponibili a fronte di circa 600 domande per l’accesso agli asili nido comunali dimostra la totale mancanza di investimenti in politiche a sostegno delle famiglie da parte di questa amministrazione comunale- aggiunge Davide Guerini, candidato consigliere di Tutta Nostra la Città. – .A questo si aggiunge la totale mancanza di centri estivi pubblici comunali per bambini/e dai tre anni in su. Questo dato è un ulteriore indicatore dell’assenza di questa amministrazione nell’investire in progetti a supporto delle famiglie anche in relazione ai bisogni di bambini/e e ragazzi/e. Si tratta di un problema non indifferente per molte famiglie che dovendo ricorrere a centri estivi privati arriveranno a spendere fino a 190 euro a settimana. Per rispondere al calo demografico è essenziale investire nei servizi pubblici alle famiglie che consentano un accesso a tutti e tutte, con particolare attenzione alle fasce più vulnerabili. «E' necessario un supporto pubblico alla genitorialità e alle famiglie - chiude Lendaro - .Non si può delegare ai privati la gestione di servizi fondamentali. Crediamo che l’amministrazione comunale debba farsi protagonista nella proposta di politiche a sostegno della famiglia, senza invocare il calo demografico come scusa al disinvestimento pubblico. Al contrario, è fondamentale investire nei servizi pubblici per invertire questa tendenza».

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