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Lunedì, 4 Dicembre 2023

Fabio Franceschi: «Nonostante crisi e crescita costi energia, cerchiamo ottanta lavoratori»

Il manager di Grafica Veneta: «Certo che è più semplice lavorare negli Usa, ma noi non cambiamo quelli che sono i nostri piani. La crisi energetica durerà, spetta alla politica trovare soluzioni. Certo, se ci ascoltassero...»

  

«In un giorno l’energia elettrica è cresciuta del 16%. Basta guardare qui – dice Fabio Franceschi indicando l’inquietante dato aggiornato al minuto, del costo gas – Su un milione di fatturato spendiamo 135mila euro di gas, contro gli 8mila di Chicago. Per fare lo stesso lavoro. Se guardiamo i numeri, questi ci dicono che sarà sempre più difficile sviluppare siti di questo tipo in Europa, negli Usa le spese energetiche incidono meno dell’1% mentre qui siamo al 18%».

Ci riceve nel suo ufficio a Trebaseleghe, il manager di Grafica Veneta. C’eravamo già stati e notiamo diverse novità. «Ci piace rinnovare – ci dice facendoci accomodare attorno a un tavolo rotondo di vetro - fa bene a tutti. Poi facciamo un giro, mica solo nel mio ufficio sono cambiate cose. E poi anche dal punto di vista dei macchinari ci sono state evoluzioni». Grafica Veneta è un’azienda che gode di ottima salute, con i suoi due stabilimenti, questo, la sede principale di Trebaseleghe, incastonato tra le tre province di Padova, Venezia e Treviso, e quello di Chicago, che si intuisce essere destinato a crescere sempre più. Le cose a Franceschi vanno bene e nonostante tutto è preoccupato. Non tanto per la sua azienda, pare di capire, visto che con tutti i problemi che ci sono a livello internazionale ha ugualmente accresciuto il suo fatturato del 40%, ma per il prossimo futuro a livello locale, nazionale e continentale. E molto passa anche dalle elezioni del 25 settembre. «Non è poi così importante chi vince ma che ne esca una maggioranza stabile. Ad oggi noi non sappiamo neppure a chi ci dobbiamo rivolgere e i problemi sono tantissimi». Ma non lo dice con il tono di uno che pensa che le cose potranno migliorare dopo il voto, almeno questa è l'impressione.

Che da megafono dei problemi degli imprenditori, non solo del Nord Est, sia un manager che guida un’azienda che gode di ottima salute, è un segno che non dovrebbe essere sottovalutato. Almeno dalla politica. «Dalle strade sono spariti il 20% dei mezzi perché a gas, questo ha creato non pochi problemi e fatto alzare i prezzi dei trasporti. Quindi oggi un’azienda deve fare i conti con il costo dell’energia r quello dei trasporti che sono aumentati oltre alle problematiche generali che sono insite nel nostro sistema Paese. Negli Usa ci sono linee di supporto importanti per aziende internazionali che arrivano. Questo attira l’imprenditoria internazionale che invece da qui, dall’Europa, tende ad andarsene o comunque se non lo fa, ci ha comunque pensato seriamente. Se il sistema Paese non comincia a guardare in modo diverso ai mercati internazionali è chiaro che la scelta diventa quasi obbligata. Quello americano è un mercato difficile ma può regalare grandi soddisfazioni».

Guarda sempre verso il suo interlocutore, Franceschi, si distrae solo quando escono le quotazioni del dollaro rispetto all’euro, del costo di un barile di petrolio, del gas per metro cubo. Appaiono su un grande schermo che è alla portata di vista di tutti. «A Chicago – ci dice tra un commento e l’altro – sono stato in municipio per consegnare il malloppo di documenti che servivano per avere il permesso per lo stabilimento. Alle tre del pomeriggio mi hanno richiamato dal Municipio. Io ero convinto mancasse qualche marca da bollo - commenta con un po’ di sarcasmo – invece avevano già svolto le pratiche. Noi già in Italia siamo in difficoltà, in più ci sono lungaggini, cavilli, problemi che rallentano tutto. Snellire certe procedure sarebbe ub bel passo».

Grafica Veneta è stata più volte portata da esempio perché è quasi autosufficiente da un punto energetico. Quasi però. «Abbiamo centomila metri quadrati di pannelli solari, ma le rotative vanno a gas. L’aspetto elettrico ci pesa poco, ma lavorazione della carta necessita di forni a gas. Una rotativa gira a 800 metri al minuto, per asciugare l’inchiostro serve tanto gas», ci dice facendoci fare un giro dell’azienda. «Per allestire i pannelli solari è stato facile, i permessi per usarli invece c'è voluto un sacco di tempo. Scoraggia questo, invece di incentivare». La sede di Trebaseleghe sembrava dovesse raddoppiare, un piano che rimane in stand by, al momento. «Di certo non verremo meno a quelli che sono i nostri obiettivi, a Chicago come qui. E stiamo pure pensando a nuovo sito, sempre negli Usa. Certo, fare quello che avevamo in mente qui ora è un po' complicato. Ma come dicevo, continuiamo ad invesitre, infatti noi stiamo ancora cercando personale, per la sede di Trebaseleghe. Ci servono diversi tipi di figure. Secondo me circa ottanta persone. Ed è chiaro che le prediligiamo della zona, non c’è nulla di strano. Per mille motivi, le persone spendono molto oramai anche solo per spostarsi e venire a lavorare. Se poi consideriamo gli affitti cari, le spese che anche per le famiglie diventeranno sempre maggiori, diventa complicato anche se hai uno stipendio di mille e seicento euro, ormai. Noi ad esempio abbiamo dato un bonus carburante di cento euro a ogni dipendente nel mese di agosto, proprio perché ci rendiamo conto delle difficoltà. Chi fa andare l’azienda sono loro. Il vero patrimonio». Cerchiamo di capire se sono quelle frasi che si dicono, o se è cambiato effettivamente qualcosa: «Con i lavoratori abbiamo cambiato approccio sotto diversi piccoli punti di vista e i risultati si vedono. Sia verso chi è in forza all'azienda che verso chi si propone da fuori. Se nonostante l'alto tasso di disoccupazione non si trovano lavoratori, forse qualcosa sbagliavamo anche noi. L’azienda ha i suoi problemi che deve affrontare visto appunto quello che stiamo vivendo, lo stesso però accade ai lavoratori che si trovano di fronte anche loro a nuovi problemi».

Cosa è cambiato, oltre alle contingenze del momento, da quando è partito a oggi, nel modo di lavorare. «Oggi ci sono figure come quelle che garantiscono che l’azienda non subisca attacchi hacker o intrusioni, che sono fondamentali. La sicurezza nel nostro lavoro è fondamentale e investiamo tantissimo in questo. Giusto dieci anni fa in pochi si avvalevano di questo tipo di figure, oggi invece è completamente diverso e c’è n’è grande bisogno». Camminando per l’azienda ci racconta un paio di aneddoti interessanti, come quando il libro di Michelle Obama è stato portato a mano in una “chiavetta” da un uomo di fiducia dell’ex first lady direttamente dagli Usa e che lo stesso personaggio ha trasferito i dati in un computer dai quali poi stati passati in un apparecchio a Trebaseleghe prima di essere distrutti. Chiavetta e computer. Oppure di quando sono stati attaccati da un hacker che ha tenuto in scacco non solo Grafica Veneta ma diverse aziende importanti del Nord Est. «Ci inondava di dati impedendoci di lavorare. Solo dalle 9 alle 18 però. Deve essere stato un hacker statale», dice ridendo e compiacendosi della battuta.

Prima di salutarlo gli chiediamo se lo preoccupa la crisi Cina – Usa quanto quella Ucraina, che a suo parere durerà a lungo. «Non esiste un’alternativa vera alle grandi compagnie per l’approvvigionamento del gas e queste fanno margini così grandi che difficilmente molleranno la presa. Quindi bisogno costruire delle alternative. Quella dell’energia pulita è una possibilità che non risolve ma almeno getterebbe le basi per qualcosa di nuovo che alla lunga invece può funzionare. La crisi Ucraina durerà anni. Se mi preoccupa la crisi di Taiwan per i nostri investimenti a Chicago? Stati Uniti e Cina è da un po’ che sono distanti, quella cinese è destinata diventare un’economia alla pari con quella americana, se non a superarla. Magari è pure già successo ma i dati dalla Cina non si conoscono mai. Però no, da quel fronte non sono assolutamente preoccupato. E’qui che bisogna trovare soluzioni, lì ci hanno già pensato».

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