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Martedì, 16 Aprile 2024
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Green Pass obbligatorio dal 15 ottobre, 2mila aziende agricole padovane attendono chiarimenti

Giuliano Rettore, responsabile area impresa di Cia Padova: «Stiamo aspettando una normativa dirimente, che chiarisca ogni dubbio. Auspichiamo, infine, che non vi siano spazi per interpretazioni originali o personali. Se ci sarà una regola, questa dovrà venire rispettata da tutti i soggetti interessati»

Almeno 2.000 aziende agricole della provincia di Padova con dipendenti che hanno solo attività esterne (ovvero che si occupano di viticoltura, seminativi, ortofrutta e floricoltura, escluse le serre) stanno attendendo le Linee guida ministeriali sull’obbligo del Green Pass, in vigore dal prossimo 15 ottobre.

Green Pass

In altri termini, a due settimane dalla data indicata dal Governo i titolari di queste particolari imprese non sanno ancora se dovranno chiedere o meno la certificazione verde ai loro dipendenti allorché ogni mattina andranno a lavorare nei campi o sui Colli, in ogni caso in aperta campagna. Spiega Giuliano Rettore, responsabile area impresa di Cia Padova: «Era previsto che le norme attuative venissero pubblicate venerdì primo ottobre, così invece non è stato. Ci auguriamo che questo particolare protocollo giunga a stretto giro; anche gli agricoltori sono chiamati, nell’eventualità, ad organizzarsi per effettuare tutti i controlli». C’è poi un’ulteriore questione da considerare, come puntualizza Rettore: «Ci sono tante imprese agricole condotte da un solo nucleo familiare, che convive già sotto lo stesso tetto. Per loro vale l’obbligo del green pass per lavorare? O, dato che sono congiunti, non è necessario?». Cia Padova, peraltro, precisa che non si tratta di essere o meno a favore del certificato verde: «In questa fase servono delle norme attuative specifiche e dettagliate - aggiunge Rettore - per non generare confusione fra i titolari e i dipendenti, soprattutto a partire dalla seconda metà di ottobre». Il “punto” è che il lavoro negli appezzamenti agricoli viene svolto, per definizione, all’aria aperta, spesso mantenendo un distanziamento che va di molto oltre i due metri da persona a persona: vi sono cioè le condizioni per un impiego in totale sicurezza. «Stiamo aspettando - conclude Rettore - una normativa dirimente, che chiarisca ogni dubbio. Auspichiamo, infine, che non vi siano spazi per interpretazioni originali o personali. Se ci sarà una regola, questa dovrà venire rispettata da tutti i soggetti interessati»

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