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Mercoledì, 24 Aprile 2024
MOBILITA' SOSTENIBILE

Il Tar ha deciso: respinto il ricorso, la seconda linea del tram si farà

La sentenza di oggi 9 maggio dopo l'istanza presentata dal comitato contrario alle rotaie dà ragione all'amministrazione su tutti i punti. Non è finita però, i cittadini vanno al Consiglio di Stato

La seconda linea del tram si farà. A deciderlo definitivamente è stato il Tar, che ha respinto il ricorso presentato dal comitato “No Rotaie” su tutti i punti. Da Voltabarozzo però hanno già annunciati di voler impugnare la sentenza e rivolgersi al Consiglio di Stato. Ad annunciare l'esito è stata la committente del progetto del Sir3, che collegherà la stazione a Voltabarozzo, Aps Holding.

Aps

«Dopo la recente sottoscrizione del contratto di appalto per l’affidamento della progettazione esecutiva e della realizzazione dei lavori della linea tramviaria Sir 3, contratto siglato tra Aps Holding S.p.a., Stazione appaltante, e il raggruppamento con capogruppo il Consorzio Stabile Europeo, mandatario, giunge ora un’altra, qualificata, rassicurazione sulla legittima prosecuzione dell’opera – si legge nella nota della società - . Con la sentenza n. 678 del 9 maggio il Tar. Veneto ha definito il giudizio intentato da alcuni cittadini a mezzo del quale, sostanzialmente, questi ultimi intendevano contrapporsi in toto alla realizzazione della linea tranviaria: ebbene detta sentenza ha respinto integralmente il ricorso, dichiarando assolutamente infondate tutte le censure dedotte nel ricorso stesso. Va opportunamente ricordato che con questo ricorso, integrato da motivi aggiunti, i ricorrenti avevano avanzato contestazioni ad ampio spettro su tutta la procedura, criticando le risultanze acquisite in sede di “screening” dell’impatto ambientale (la c.d. verifica di assoggettabilità dell’opera alla Valutazione di Impatto Ambientale), l’incompatibilità dell’opera rispetto ai valori culturali e paesaggistici tutelati dalla Soprintendenza, il cattivo impatto dell’opera stessa sotto il profilo viabilistico. Ebbene, la sentenza del TAR Veneto stronca ogni contestazione con ampie e articolate argomentazioni che evidenziano, piuttosto, la piena correttezza dell’iter condotto dalle Amministrazioni coinvolte, Comune e Provincia, e degli apporti forniti da APS Holding. Così, il Tar Veneto ha avuto modo di ribadire la legittimità dello screening VIA e del procedimento che ha condotto all’approvazione del progetto definitivo dell’opera e alla dichiarazione di pubblica utilità. Se, dunque, ancora una volta, l’apporto di Aps Holding si è rivelato fondamentale in sede istruttoria, la sentenza evidenzia come, a seguito delle nostre deduzioni, la stessa Soprintendenza non abbia ravvisato criticità sostanziali sotto l’aspetto ambientale - emerge, ancora una volta, la correttezza di un procedimento sempre diretto dal Comune di Padova, in costante sinergia con la stessa Aps Holding, società in house del medesimo Comune. Mette conto, infine, evidenziare che la sentenza ha pure riconosciuto la piena correttezza delle complessive valutazioni dell’Amministrazione comunale e di Aps Holding, tanto sotto l’aspetto viabilistico quanto nella tutela del verde pubblico, riconoscendo così la linearità delle scelte compiute in relazione agli stessi presupposti ed obiettivi della strategica opera pubblica che andrà ad inserirsi nel tessuto urbano»

Giordani e Ragona

«Io non lavoro mai contro qualcuno ma solo per Padova. Questa è una notizia bella per la città perché Padova vuole guardare avanti con fiducia e vuole vedere l’opera realizzata – commenta il sindaco, Sergio Giordani - .La linea Stazione Voltabarozzo è un passo decisivo verso il miglioramento della vita dei padovani. Non solo perché dobbiamo combattere lo smog che ci avvelena e fa ammalare, ma anche perché rigenererà tutto il contesto di un asse strategico portando decoro, manutenzioni e qualità della vita. Non si contano poi i benefici per la comunità in termini di spostamento facile dentro il Comune; basti pensare che prima per raggiungere il nostro Ospedale del Centro si doveva andare con mezzi propri o col bus, mentre ora tutte e tutti potranno accedervi con comode corse a pochi minuti l’una dall’altra, così come per il Parco Iris e per l’Ospedale Sant’Antonio. Consideriamo anche che decine di migliaia di auto di pendolari non padovani ogni anno eviteranno di varcare i confini comunali da sud liberando così le arterie stradali da traffico e inquinamento. Insomma, spiace per chi ha tifato perché tutto fosse buttato nel cestino e la città tornasse indietro, ma non è questo un tempo di polemiche bensì di fatti. Assicuro infine ai cittadini che avremo una cura maniacale per i cantieri e il disagio sarà minimo e gestito in tempi certi e celeri». «Il Tar ha vagliato tutta la procedura con la lente di ingrandimento. Ebbene, nessuno dei punti sollevati dal comitato è stato ritenuto ammissibile – aggiunge l'assessore alla mobilità, Andrea Ragona - .Con la sentenza depositata oggi, il Tar stabilisce che tutto si è svolto con la massima regolarità, e lo fa dopo essere entrato nel merito di tutte le questioni sollevate. Non avevo alcun dubbio, ma questa è la conferma che tutto il lavoro portato avanti da Aps e da tutte le persone che stanno lavorando a questa importante e strategica opera, è assolutametne valido e che le motivazioni del comitato non hanno alcun fondamento. Un ringraziamento anche all’avvocatura civica, che ha seguito con estrema professionalità l’intera procedura. Andiamo avanti con ancora più entusiasmo per una Padova con più tram».

Il comitato va al Consiglio di Stato

«Erano state portate all'attenzione del Collegio le irregolarità e le gravi violazioni tenute dall'amministrazione comunale e da quella provinciale – commenta Liliana Gori, portavoce del movimento contrario ai binari che ha presentato il ricorso - .A seguito di una attenta analisi delle motivazioni indicate riteniamo di non condividerle, perché siamo pienamente convinti della fondatezza delle proprie ragioni. Pertanto, il Comitato No Rotaie, ritenendo la sentenza erronea, ingiusta e comunque viziata, ha già dato mandato ai propri legali per impugnarla innanzi al Consiglio di Stato. Come più volte enunciato in passato, il Comitato ribadisce – conclude la portavoce Gori - che nessun profilo di intervento sul piano giudiziario, amministrativo, civile e penale, verrà trascurato».

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