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Sulle tracce di Ezzelino III da Romano: i cacciatori di fantasmi all'opera nell'Alta

Numerosi sono ormai gli avvistamenti del fantasma del temibile Ezzelino III Da Romano segnalati tra le mura dei castelli del Veneto, ma altrettante apparizioni sembrano riguardare il luogo che diede i natali proprio all’importante famiglia feudale, ovvero la palude di Onara

Numerosi sono ormai gli avvistamenti del fantasma del temibile Ezzelino III Da Romano segnalati tra le mura dei castelli del Veneto, ma altrettante apparizioni sembrano riguardare il luogo che diede i natali proprio all’importante famiglia feudale: la palude di Onara. Ed è proprio qui che l’associazione culturale Ghost Hunter Padova che da anni ormai analizza e studia fenomeni comunemente chiamati paranormali, grazie alle autorizzazioni ottenute, ha potuto trascorrere un’intera notte di ricerca.

Onara

I primi insediamenti abitativi ad Onara (che è ad oggi una piccola frazione di Tombolo, in provincia di Padova) risalgono ad un’epoca preromana: sebbene non vi siano documenti scritti al riguardo, è infatti attestata l’esistenza di innumerevoli casoni che si sviluppavano lungo i tortuosi sentieri, tutt’ora rintracciabili sul territorio. Alla soglia del V secolo, con la violenta penetrazione germanica nei confini dell’impero, quest’area boschiva e paludosa svolse la stessa funzione che gli isolotti della laguna veneta, ebbero per le genti dell’entroterra: divenne infatti rifugio per tutta la popolazione rurale (e non), che risultando incapace di opporsi all’invasore, altro non poté fare se non spostarsi in una zona talmente impervia da risultare sconveniente per l’invasore anche il solo avventurarvisi. Durante il periodo di forzata dimora nelle paludi, i rifugiati dovendo sopravvivere in qui luoghi, si videro costretti a strappare agli acquitrini quanto più terreno possibile. Bonificare un appezzamento di terreno e poi successivamente coltivarlo significava a tutti gli effetti divenirne anche il legittimo proprietario: iniziò così una lenta ripresa dei territori delle risorgive. Le garanzie difensive del territorio vennero rinnovate intorno al VII secolo: sia con l’invasione franca, sia con l’arrivo dei longobardi e i conseguenti scontri con i bizantini.

Castello e chiesetta di Santa Margherita

Intorno all’anno 1000, Onara era un fiorente centro di scambi grazie soprattutto alla presenza di legname dovuta gli innumerevoli boschi. È in questo contesto che al seguito della seconda discesa nella penisola italica (la prima coincise con la sua incoronazione a imperatore nel 1027) di Corrado II, giunge anche un modesto feudatario di nome Arpo: futuro capostipite della famiglia degli Ezzelini. Da un documento risalente al 1808 si è venuti a conoscenza che Arpo, oltre ad essersi stabilito nella zona, ha anche iniziato la costruzione del proprio castello vicino al fiume Tergola; castello che sarà quasi totalmente distrutto nell’autunno del 1198 dall’esercito Padovano guidato dal podestà Jacopo Stretti. Ad oggi, in superficie, dell’antico castello degli Ezzelini non rimane alcuna traccia; esso non sarà infatti mai più ricostruito, nemmeno dal leggendario Ezzelino III da Romano. Al suo posto sorge la chiesetta di Santa Margerita: luogo che oltre alle funzioni ecclesiastiche, fino al 1910 ospitava un cimitero nel terreno immediatamente prossimo alla struttura.

La palude di Onara

La palude di Onara è inoltre culla di numerose leggende: una tra le più famose racconta della formazione di una voragine ad opera della volontà divina. Ecelo percorreva su una lussuosa carrozza, una delle vie di Onara, guardando con fare sprezzante gli umili viandanti che, al suo passaggio, si spostavano impauriti ai margini della strada. Il cocchiere, vedendo avanzare i fedeli in processione, che accompagnavano l’immagine di Cristo portato da prelati, fece per arrestare la carrozza, ma fu subito ripreso dal suo signore, che lo incitò a spronare i cavalli esortando: “Se Lui è il padrone del Cielo, io sono il padrone della terra! Va avanti!”  Non appena pronunciò queste parole, la terra si aprì, e la carrozza sprofondò sparendo nella melma con un boato sordo: la potenza del Signore si era manifestata e, a testimonianza del fatto, rimase un abisso subito dopo colmato da un gorgo d’acqua torbida: la palude di Onara. 

Le indagini strumentali

Secondo la leggenda, ancora oggi, al crepuscolo, si possono udire strani lamenti emergere dalle acque. Durante l’indagine strumentale tutti i membri del team mantengono un approccio scientifico, anche d’innanzi alla manifestazione di possibili eventi anomali. Per tanto il prima di giungere a delle conclusioni, si dovrà analizzare tutto il materiale raccolto durante le ore di ricerca. Un altro scopo dell’associazione culturale Ghost Hunter Padova è quello di riscoprire e divulgare la storia e le leggende di luoghi di interesse; si desidera quindi ringraziare il Comune di Tombolo e il Parco Palude di Onara per la disponibilità dimostrata nei confronti dell’associazione.

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