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Venerdì, 19 Aprile 2024
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«Canali ormai in secca, un'impresa irrigare i campi»: Cia Padova lancia l'allarme

Oggi irrigare, quando appunto è possibile, significa inoltre mettere in conto 80 euro di spese in più a ettaro tra gasolio agricolo (quotato a 1,22 euro a litro, mentre alla fine dello scorso anno veniva 70 centesimi a litro) e manodopera

In attesa dell’ordinanza regionale che limiterà i prelievi dell’acqua per uso agricolo, gli scoli interni che solitamente vengono utilizzati per irrigare i campi sono quasi in secca. Di fatto, spiega Cia Padova, già adesso risulta difficile usare i rotoloni, macchine semoventi che spingono fuori diversi litri di acqua al secondo. Nelle campagne fra Maserà e Cornegliana il canale Bolzani è ai minimi termini. In sofferenza, nella Bassa, il Cavariega, il Frassine, il Canal Bianco e il Fratta.

Irrigazione

«C’è talmente poca acqua - rileva Cia Padova - che il tubo dei rotoloni non riesce ad aspirare in maniera regolare e finisce per bloccarsi. Entra aria, non acqua: il motore si ferma in automatico, altrimenti andrebbe in surriscaldamento». Non solo. Oggi irrigare, quando appunto è possibile, significa mettere in conto 80 euro di spese in più a ettaro tra gasolio agricolo (quotato a 1,22 euro a litro, mentre alla fine dello scorso anno veniva 70 centesimi a litro) e manodopera. «Fino a qualche tempo fa - precisa il presidente di Cia Padova, Luca Trivellato - gli imprenditori agricoli non inserivano a bilancio queste uscite.Nessuno si sarebbe mai immaginato che avremmo iniziato ad irrigare già a marzo». Se la siccità dovesse perdurare, sono a rischio sia la germinatura del grano duro che, soprattutto, del grano tenero. Oltre a colture quali orzo, colza e pisello proteico. «Ci sono degli agricoltori - sottolinea Emilio Cappellari, vicepresidente di Cia Padova - che hanno deciso di attendere ancora qualche giorno prima di procedere con le semine. Chi, invece, ha cominciato ad inizio aprile, in questo momento è seriamente preoccupato: le piantine di mais, che adesso sono grandi dai 2 ai 3 centimetri, potrebbero non sviluppare in maniera adeguata l’apparato radicale». La pianta, di conseguenza, subirebbe un deficit strutturale che non sarebbe più modificabile. A cascata, ne risentirebbe la resa, tanto in termini di quantità che di qualità. «In realtà - aggiunge il presidente Trivellato - il problema relativo alla siccità non è di questa primavera. Si tratta di una tendenza che stiamo registrando in particolare negli ultimi anni, ed è un chiaro segno dei mutamenti climatici. Le Istituzioni, insieme al mondo agricolo, sono tenute a dare delle risposte concrete. A tale proposito abbiamo interpellato il Governo affinché trasferisca risorse adeguate ai Consorzi di Bonifica per la realizzazione a breve-medio termine di una rete di impianti pluvirrigui in grado di provvedere all’irrigazione dei terreni agricoli in modo preciso e mirato, senza sprechi». Infine, Cia Padova ha rilevato l’importanza di costruire bacini montani e di pianura: «Si tratta di strutture in grado di trattenere l’acqua quando ce n’è in abbondanza, per poi rilasciarla nei periodi di maggiore siccità ad uso civile, industriale e agricolo. Tale intervento può rientrare nell’ambito del PNRR».

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