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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Isola di Torre, la giunta porta i costruttori al Consiglio di Stato: «Basta consumo di suolo»

Dopo aver perso al Tar, l'amministrazione prova a difendere le proprie scelte e impugna la sentenza. In quell'area ai confini con Cadoneghe erano previste 25 nuove palazzine, che ora però sindaco e assessori bocciano

Finisce davanti al Consiglio di Stato la querelle tra amministrazione e costruttori sul caso Isola di Torre. Dopo la vittoria al Tar da parte dei primi, la giunta ha deciso di impugnare la sentenza.

I fatti

Il 29 maggio 2021 è decaduto il Piano degli Interventi in vigore, di conseguenza sono decadute tutte le previsioni: tutte le zone di espansione, dal 30 maggio scorso, non hanno più l‘edificabilità, a meno che non fossero oggetto di progetti già approvati o salvo concessione di una proroga. Tra questi anche il piano denominato Isola di Torre: circa 34 mila metri quadri di superficie edificabile e 20 mila metri cubi, ovvero 25 edifici con destinazione d’uso residenziale. Il Pua Isola di Torre era un piano urbanistico adottato e non approvato. I privati, con la decadenza del piano degli Interventi in corso, hanno richiesto un anno di proroga. La giunta però ha espresso parere negativo a tutte le istanze presentate perché - secondo l’amministrazione comunale - il Pua Isola di Torre è poco coerente con gli obiettivi strategici delineati dal documento del sindaco, che ha avviato la redazione del nuovo Piano degli Interventi e fissato gli obiettivi e le linee guida per la redazione del nuovo strumento urbanistico. Si tratta infatti di un perequazione ambientale confermata nel Piano degli interventi della scorsa amministrazione e che mostra oggi scarso interesse pubblico. I proponenti, una volta negata la proroga e ritenuto di non presentare un progetto differente tramite i bandi del Piano degli Interventi, hanno quindi preferito ricorrere al Tar, che ha valutato non sufficienti le motivazioni che hanno spinto il Comune a non concedere la proroga.

Consiglio di Stato

Per questo la giunta ha votato una delibera in cui dichiara di volere impugnare la sentenza del Tar. «Siamo convinti che questo sia un caso in cui andare avanti - spiega l'assessore all'urbanistica, Andrea Ragona - perchè abbiamo ragione e lo vogliamo dimostrare. Un diritto concesso anni fa non può rispondere alle esigenze di oggi e non può farlo dal momento che non rispetta nessuno degli obiettivi che ci siamo posti nella redazione del nuovo Piano degli Interventi. Molto spesso si sente dire che per bloccare il cemento sia sufficiente bloccare i lavori e i progetti di un proponente. Questa invece è la dimostrazione che non è mai così facile perché anche in casi come questo, dove la legge è chiarissima eppure ci troviamo a dover impugnare sentenze del Tar.  In questo caso i proponenti non avevano nemmeno sfruttato l’opportunità di partecipare ai bandi che abbiamo pubblicato nei mesi scorsi per definire assieme al Consiglio Comunale quali progetti inserire nel Piano degli Interventi. Dopo questa sentenza del Tar rimaniamo fermi sulle nostre posizioni e siamo disposti ad andare in Consiglio di Stato motivando meglio le nostre decisioni».

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