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Aggressione ai medici, Italia Viva: «Servono presidi di vigilanza negli ambulatori»

La sezione padovana dei renziani rivolge la propria attenzione al problema della violenza verso i sanitari nel Veneto e in particolare a Padova

La sezione padovana di Italia Viva rivolge la propria attenzione al problema delle aggressioni a medici e sanitari nel Veneto e in particolare a Padova. Lo fa per voce dei suoi coordinatori provinciali, Giancarlo Piva e Silvia Ruzzon, che hanno raccolto un dossier apposito prodotto da un tavolo interno sulla Sanità.

Piva e Ruzzon

«Il tema è molto grave, come visto purtroppo con le ultime aggressioni - sostengono i due esponenti del partito di Matteo Renzi - .A Padova, poche settimane fa, una dottoressa dello Iov è stata addirittura accoltellata. Se, come è stato sino ad oggi, continuerà a non esserci una presa di posizione forte da parte della Azienda ospedaliera e della Regione, passerà un messaggio sbagliato, di tolleranza e impunità. La situazione sta diventando endemica: nel nostro tavolo sulla Sanità sono tanti i medici che ci segnalano continue aggressioni, anche verbali, con medici specializzandi che lasciano gli ambulatori spaventati dalle minacce ricevute per aver fatto semplicemente il proprio lavoro. Quello che come Italia Viva proponiamo per la realtà veneta in generale, e padovana in particolare, è innanzitutto l'istituzione di presidi di vigilanza negli ambulatori, specie quelli ritenuti più a rischio sulla base delle segnalazioni dei medici. Potrebbe trattarsi indifferentemente di agenti di polizia o di vigilanti privati».

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