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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Musica e fiabe protagoniste del laboratorio teatrale in carcere di Tam Teatromusica

Sarà proposta loro una fiaba, per poi aprirla a contributi provenienti dalla loro tradizione e storia personale e giungere a raccontare di sé in forma di “fiaba”. I detenuti, orientati dal laboratorio, scopriranno che la capacità dei suoni di evocare immagini

Da lunedì 7 febbraio sarà avviato il laboratorio di Tam Teatromusica all’interno del carcere Due Palazzi. I detenuti si confronteranno con il tema della fiaba e dovranno farlo con i suoni: un laboratorio che potrà dare conoscenze tecniche utili quando usciranno.

Il laboratorio

Il laboratorio, che sarà realizzato in collaborazione con il Ministero della Giustizia (DAP) Casa Circondariale Padova, è stato ideato e sarà condotto da Flavia Bussolotto, direttore artistico di Tam Teatromusica, e Stefano Razzolini, tecnico luci e del suono. L’iniziativa si inserisce all'interno del progetto "INT.RE.C.C.I. Interventi di Rete per la Cittadinanza attiva, la Cultura della legalità e l'Inclusione sociale delle persone in esecuzione penale" che rientra nella Linea 2 della direttiva regionale "Re-START - Interventi per l'occupabilità e l'inclusione sociale attiva di persone in esecuzione penale". È dal 1992 che Tam Teatromusica porta le sue competenze all’interno del carcere e il progetto “A fil di suono - parole e suoni per raccontare a teatro”, propone ai detenuti di fare esperienza della capacità del suono di raccontare evocando immagini, per giungere a creare collettivamente racconti teatrali innovativi. Punto di partenza del percorso laboratoriale sarà la visione di un racconto teatrale ispirato a una fiaba popolare riportata dai Fratelli Grimm, “I sei cigni”. Nella narrazione teatrale, la narratrice prende possesso di tutti i personaggi della storia e, con l’aiuto di pochi oggetti e dispositivi tecnologici contemporanei (computer, microfono a contatto), dà vita a un racconto ritmico musicale. La visione dello spettacolo permetterà ai detenuti di immergersi facilmente nella tipica atmosfera delle fiabe. 

Il progetto

Sarà proposta loro una fiaba, per poi aprirla a contributi provenienti dalla loro tradizione e storia personale e giungere a raccontare di sé in forma di “fiaba”. I detenuti, orientati dal laboratorio, scopriranno che la capacità dei suoni di evocare immagini: i luoghi della fiaba (il bosco, il fiume, il castello), le sue atmosfere (di suspence o di tensione, di allegria) e gli stati d'animo dei suoi personaggi (la paura, la gioia). I partecipanti impareranno a utilizzare i dispositivi tecnologici e saranno contemporaneamente tecnici di se stessi e attori. Questo materiale diventerà il linguaggio attraverso il quale i partecipanti saranno invitati a raccontare di sé, in fiaba. Questo tipo di operazione e, in generale l’attività teatrale in carcere, ha una altissima valenza pedagogica: l’auto-narrazione e la narrazione ad altri della propria esperienza in forma metaforizzata possono consentire una rivisitazione di parti della propria esistenza spesso più difficili da raccontare anche a se stessi. In questo modo si può arrivare a consentire un’esplorazione e una riappropriazione più consapevole e profonda.

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