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Filiera del latte, Coldiretti al tavolo regionale: «Rispetto, dignità e giusto compenso»

Il settore lattiero caseario della nostra provincia conta, specie nell’Alta padovana e Destra Brenta, circa 500 aziende con un fatturato di poco meno di 90 milioni di euro, circa 40 mila vacche da latte, e una produzione di 2 milioni 140 mila quintali di latte l’anno

«I produttori agricoli chiedono rispetto, il riconoscimento del giusto valore, del lavoro, ma soprattutto di applicare le regole sulle pratiche sleali». È quanto ha sostenuto Coldiretti al tavolo regionale della filiera convocato venerdì 15 aprile dall’assessore regionale all’Agricoltura Federico Caner a cui hanno partecipato tutti gli attori, dai produttori ai trasformatori fino della grande distribuzione per un confronto sullo stato di crisi del settore. «Non si può più perdere tempo, serve una presa d’atto collettiva prima che sia troppo tardi. In gioco c’è il futuro di un settore che grazie a circa 3mila aziende produce, in Veneto, 10 milioni di quintali di latte all’anno». 

Il latte

Il settore lattiero caseario della nostra provincia conta, specie nell’Alta padovana e Destra Brenta, circa 500 aziende con un fatturato di poco meno di 90 milioni di euro, circa 40 mila vacche da latte, e una produzione di 2 milioni 140 mila quintali di latte l’anno, un quinto del totale veneto, destinato per lo più alla produzione di formaggi Dop e di latticini. Al momento i caseifici che producono Grana Padano stanno pagando da i 44 e i 45 centesimi al litro, più l’Iva e la qualità. Sotto a questa cifra gli allevamenti sono in perdita perché devono fare i contri con l’aumento generalizzato delle materie prime e dei costi energetici. In sostanza i 45 centesimi al litro di oggi equivalgono ai 38 dello scorso anno, perché al produttore resta in tasca sempre meno. «È urgente fermare le speculazioni – sottolinea Coldiretti Padova che a livello nazionale è stata promotrice del Decreto attuativo approvato ad hoc - Il contesto economico, aggravato dal conflitto in Ucraina e il boom delle quotazioni per i prodotti energetici e le materie prime si riflette  sui costi di produzione. Coldiretti, anche grazie alla collaborazione delle Prefetture, ha trasmesso al Governo una serie di proposte per mitigare l’effetto della crisi, in parte già approvate. Uno strumento strategico volto contrastare una serie di azioni comuni ed illegittime che vanno dai termini di pagamento, al divieto di modifiche unilaterali dei contratti, all’obbligo dì contratti rigorosamente scritti, al divieto di aste al doppio ribasso, allo stop al pagamento di prezzi agli agricoltori sotto il costo dì produzione. Favorire un sistema virtuoso in questo senso significa creare una equa distribuzione del valore lungo tutta la filiera alimentare. Quando una stalla chiude si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere, spesso da intere generazioni, lo spopolamento e il degrado – conclude Coldiretti Padova – il rischio è alto perché le imprese agricole sono strozzate dai continui aumenti dei costi di produzione non compensati da un prezzo di vendita adeguato e sono costrette da mesi a vendere sottocosto per effetto di dinamiche speculative che ricadono interamente sulle loro spalle».

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